Dal palco de Il Foglio a San Siro, il presidente dell’Inter Beppe Marotta ha raccontato il valore simbolico del suo nuovo ruolo: “Ho costruito la mia carriera correndo per vincere da dirigente. Ora, farlo da presidente, rappresenta una consacrazione”.
L’era Oaktree e il nuovo modello gestionale
Parlando del passaggio di proprietà a Oaktree, Marotta ha evidenziato il cambio di paradigma: “Prima avevamo Zhang come punto di riferimento, oggi dialoghiamo con un fondo formato da professionisti specializzati. C’è un confronto continuo, silenzioso ma presente. La delega, unita alla competenza, è la vera forza di ogni azienda moderna”.
Sognando il poker, ma con i piedi per terra
L’Inter è in corsa su tutti i fronti, ma Marotta invita alla cautela: “Abbiamo vinto a Monaco, ma non significa nulla. Serve la stessa determinazione anche al ritorno. E sabato c’è il Cagliari: sulla carta è semplice, ma è lì che si rischia. Serve massima concentrazione”.
“In Italia non esistono più partite facili”
“Le cosiddette piccole possono mettere in difficoltà chiunque. Siamo coinvolti su tre fronti – campionato, Champions e Coppa Italia – a differenza di altre squadre. Non guardo il calendario: ogni partita nasconde insidie”.
Orgoglio mondiale
A giugno, l’Inter parteciperà al nuovo Mondiale per Club: “Un grande onore rappresentare l’Italia. È una competizione nuova, incastonata tra due stagioni. Sarà una sfida anche a livello organizzativo. Il calendario è sempre più fitto e servono rose più ampie, anche per la presenza delle nazionali”.
Serve una riforma strutturale
“Credo sia il momento di ridurre le squadre di Serie A da 20 a 18. Le piccole possono essere contrarie, ma se le grandi fanno bene, ne beneficia tutto il sistema. I successi generano ricavi che si reinvestono nel calcio italiano”.
Seconda squadra nerazzurra in arrivo
“Siamo pronti a lanciare la nostra seconda squadra, a patto che ci sia posto in Lega Pro. Dovrebbe giocare a Monza e allenarsi a Interello. È un passo necessario per ampliare le rose e colmare il divario tra Under 19 e prima squadra”.
Sostenibilità al centro del progetto
“L’obiettivo è chiaro: sostenibilità. Non si può più puntare solo al risultato sportivo sacrificando quello economico. E chi pensa che stiamo fallendo, sbaglia: non abbiamo debiti con fornitori o banche. Controlliamo il nostro bond e rispettiamo tutte le licenze. Parlare di fallimento è pura fantasia”.
Il caso Paratici? Una leggenda metropolitana
“Si dice che abbia fermato il suo arrivo al Milan, ma è una sciocchezza. Il Milan ha dirigenti competenti, non ha bisogno dei miei consigli. E se Paratici andasse lì, per me sarebbe uno stimolo in più”.
Fiducia in Inzaghi, al di là dei trofei
“Inzaghi è arrivato nel momento giusto e ha dimostrato di essere un allenatore completo, anche nella gestione umana. È migliorato, è giovane e preparato. Sta sicuramente nella prima fascia dei tecnici che ho avuto”.
Obiettivo: non fare le comparse
“Abbiamo già raggiunto risultati economici importanti, ma non vogliamo limitarci a partecipare. Puntiamo a vincere tutto. Se altri saranno più bravi, accetteremo il verdetto, ma il nostro obiettivo resta chiaro: campionato, Champions e Coppa Italia”.