L’ex terzino nerazzurro Paolo Tramezzani ha analizzato il momento dell’Inter ai microfoni di derbyderbyderby.it, il lavoro di Simone Inzaghi e l’evoluzione del calcio moderno. Con uno sguardo da tecnico e da ex calciatore, racconta aneddoti, confronti e riflessioni sulla squadra attuale.
Il pensiero su Dimarco e la sua assenza
“Se guardiamo solo la partita di ieri, Carlos Augusto ha fatto una gara straordinaria: ha sfiorato il gol e ha dato un grande contributo nell’azione del gol di Frattesi. Però Federico è speciale. L’ho allenato da giovane, e oggi, per distacco, è il miglior esterno in assoluto. Può fare tutto: quinto, quarto, persino terzo centrale a sinistra. Ha una mentalità incredibile: non spreca un allenamento, gioca tanto e sbaglia pochissimo, sia con l’Inter che con la Nazionale. È continuo, umile, consapevole. Sa che tutto parte da lavoro, impegno e sacrificio. Oggi, per me, è semplicemente il migliore.”
Somiglianze con Dimarco?
“No, lui è meglio di me in tutto: aggressività, primo controllo, cross, traversoni, ultimo passaggio. Forse ci somigliamo nell’attitudine. Quando allenavo a Cipro, durante la sosta di Capodanno, venne a trovarmi con la famiglia. Si fermò quattro giorni… e si allenava ogni giorno con me. Non molla mai nulla. In questo, sì, ci assomigliamo.”
La forza dell’Inter: il collettivo prima del singolo
“Contro il Bayern, l’Inter ha fatto una grande partita. Ha saputo soffrire, restare compatta, poi alzarsi e colpire. Ha vinto con il carattere. C’è tanto dell’Inter in quella vittoria: forza mentale, un grande allenatore e giocatori duttili. I centrocampisti difendono, costruiscono e attaccano; gli esterni fanno entrambe le fasi; gli attaccanti aiutano. È una squadra completa. Al ritorno? Non farà calcoli: giocherà per chiuderla.”
Il giudizio su Simone Inzaghi
“Le critiche fanno parte del mestiere, ma spesso arrivano solo in base ai risultati. Questa squadra è prima in campionato, in semifinale di Coppa Italia e vicina alla semifinale di Champions. I cambi? Secondo me sono una delle chiavi. Serve coraggio, e Simone ce l’ha. Coinvolge tutti: è una qualità rara. Inoltre, accetta le critiche su di sé, ma non tollera quelle verso i suoi giocatori. Dimostra il suo legame col gruppo. Lo conosco da quando eravamo bambini: è sempre stato un ragazzo d’oro.”
Somiglianze con il passato: il gruppo italiano
“Si percepisce quanto questo gruppo sia unito, e si vede in campo, nella reazione alle difficoltà. Mi ricorda un po’ il nostro spogliatoio: Ferri, Bergomi, Zenga, Berti, Bianchi… erano l’anima. Forse c’è davvero una somiglianza col mio gruppo.”
Cosa ruberebbe all’Inter di oggi
“Il lavoro collettivo in fase di non possesso: pressing, riaggressione, coperture. Gli attaccanti lavorano, i centrocampisti scalano, tutti sanno cosa fare. L’Inter è forse la squadra più organizzata al mondo su questo piano. Non ho mai visto nessuno dominarla nel gioco.”
Tramezzani sul ritorno di Champions: “Grande fiducia nell’Inter”
Champions League: fiducia per il ritorno
“Sarà apertissima. Il Bayern è una vera squadra e proverà a ribaltarla. Ma io ho grande fiducia nell’Inter.”
Lautaro: già una leggenda?
“Secondo me sì. È già uno dei più grandi nella storia dell’Inter e può ancora battere tutti i record. Come lui? Forse Ramón Díaz: per la capacità di abbassarsi, aiutare i compagni, attaccare con intelligenza. Ma Lautaro è unico.”
Le vittorie che preferiva da calciatore
“Quelle come ieri valgono doppio. Quando rischi di crollare e invece reagisci, ti caricano davvero. Ti fanno crescere.”
Il ricordo speciale: l’esordio a San Siro
“Il mio esordio con l’Inter a San Siro contro la Sampdoria è il momento che ricordo con più piacere. Arrivava dopo nove anni nel settore giovanile e tre in prestito. È stato un percorso lungo, ma quel momento è stato irripetibile.”