Accusa per Ancelotti, la Procura di Madrid chiede 4 anni e 9 mesi di carcere
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La tesi dell'accusa
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I fatti risalgono, dunque, al 2013 quando Ancelotti avrebbe firmato il contratto di lavoro come tecnico della squadra madrilena per il periodo 2013-2016 precisando che nella retribuzione, oltre alla prestazione lavorativa, finivano anche i proventi derivanti dalla cessione dei diritti d'immagine al club. Inoltre, a partire da luglio 2013, il tecnico emiliano ha iniziato a lavorare e risiedere in Spagna, stabilendo il domicilio e la residenza abituale presso un immobile situato in una piazza centrale di Madrid. Nel 2015, però, quando interruppe anticipatamente la sua relazione con il Real Madrid, mantenne in affitto la casa fino all'ottobre di quell'anno, facendo sì che nel corso del 2015 la Spagna risultasse il suo principale centro di relazioni personali e di interessi economici.
La Procura sottolinea che, attraverso la cessione simulata dei suoi diritti d'immagine ad enti domiciliati fuori dalla Spagna, Ancelotti avrebbe evitato la tassazione delle somme percepite in territorio spganolo. Il riferiemento è ad un contratto che lo stesso allenatore avrebbe firmato il 1 luglio 2013 con la società Vapia Limited, oggetto del quale era, appunto, la cessione dei diritti d'immagine per un periodo di dieci anni ad un prezzo di 25.000.000 di euro.
Le mosse dubbie della Vapia Limited
Il giorno dopo la stipula del contratto con Ancelotti, l'ente nomina lo stesso allenatore del Real Madrid come suo rappresentante, concedendogli anche i massimi poteri nella gestione dei diritti d'immagine. Ma non basta. Successivamente, infatti, in una data che però non viene precisata, attraverso un altro accordo si è provveduto a modificare la durata del contratto, riducendola da 10 a 3 anni, e il prezzo pattuito, riducendolo da venticinque a un milione di euro.