Alla scoperta dell'Inter Club Pesaro! È con grande piacere che inauguriamo questa nuova rubrica de ilnerazzurro.it dedicata agli Inter Club più famosi d'Italia e del mondo. Insieme ai colleghi della redazione andremo alla ricerca di storie e di aneddoti, di esperienze e viaggi infiniti per sostenere la nostra squadra del cuore nei posti più disparati. Abbiamo deciso di cominciare il nostro viaggio da uno dei club più grandi d'Italia, che sta per superare l'incredibile soglia dei 3mila iscritti: il prestigioso Inter Club Pesaro. Ecco le parole del vicepresidente Stefano Napo Cardinali.

Inter Club Pesaro, l'intervista al Vicepresidente Stefano Cardinali

Inter Club Pesaro 2.Cominciamo dalle origini. Come si è arrivati all'idea di aprire l'Inter Club a Pesaro? «L'idea nasce per caso tra amici dopo la stagione perfetta del 2010. Ci siamo detti che fosse l'occasione giusta, ma da subito abbiamo pensato che andasse fatto qualcosa di diverso». A cosa si riferisce? «La nostra strategia è stata differente: abbiamo deciso di mettere le persone al centro, mantenendo i prezzi calmierati per pullman e abbonamenti. Tutte queste piccole idee ci hanno permesso di crescere moltissimo, dai 260 iscritti del primo anno, ora stiamo per superare le 3000 tessere. Una cosa bellissima». Numeri che hanno portato ad un riconoscimento ufficiale, nel 2017: «A soli 7 anni dall'apertura fummo premiati in campo da FC Internazionale al termine di un derby, per aver superato per la prima volta i mille soci. La società si congratulò con noi per i risultati raggiunti e fummo molto felici». Certamente, un punto di rottura è stato segnato dal periodo della pandemia: «Prendemmo la decisione di aprire una sede. In quei mesi, c'era la necessità di creare un punto di incontro per le attività dell'associazione e per guardare la partita insieme sui maxischermi, così abbiamo affittato un locale per 12 anni strappando un ottimo affare. Abbiamo inaugurato il 20 settembre 2020 e tuttora la sede è operativa per riunioni ed eventi, e naturalmente quando gioca l'Inter». Quanti sono i soci più operativi della vostra organizzazione? «Il direttivo è composto da 12 persone. Io sono il vicepresidente e coordinatore del club, ma abbiamo deciso di dividerci i compiti per essere più performanti: dal tesoriere al segretario, dall'addetto che si occupa della sede per arrivare a chi gestisce la prenotazione dei pullman. Abbiamo anche un webmaster, perché puntiamo forte sui social. Sono strumenti che servono moltissimo soprattutto all'inizio, per farti conoscere». Andiamo sull'attualità: l'Inter ha appena sconfitto l'Atlético nel match di andata degli ottavi di Champions per 1-0. Per come si era messa, resta forse il rammarico di non aver portato a casa uno score più rotondo in vista della gara di ritorno? «La nostra è una grande squadra e lo ha dimostrato per l'ennesima volta, ma purtroppo non riesce a capitalizzare tutte le occasioni che crea. La differenza in campo si è vista soprattutto nel secondo tempo, contro una squadra fastidiosa che sembrava fatta di undici Simeone». Il match winner è stato inaspettato. Che rapporto c'è tra Marko Arnautović e i tifosi nerazzurri? «Il pubblico ha cambiato la propria impressione dopo Inter-Verona. Da lì è stato preso di mira, perché in quella partita sembrava il primo Brozović, mostrando l'atteggiamento tipico di chi sembra infastidito dalle cose. Contro l'Atlético ha fatto molto bene, il gol è arrivato quando ormai non ci credeva più. Ma se avesse concretizzato quella bella occasione, sarebbe stato un gol da patrimonio Unesco». Per il futuro, c'è un obiettivo che le piacerebbe realizzare con il suo Inter Club Pesaro? «Mi piacerebbe mantenere il club a buoni livelli, ma ciò che conta di più è l'armonia e il nostro stare bene insieme, anche durante gli eventi che organizziamo al parco Miralfiore di Pesaro: vogliamo portare tanta gente e continuare a divertirci insieme».
Vincere lo Scudetto nel derby è ancora possibile?
Alessandro "Spillo" Altobelli