Dal recupero difensivo di Mkhitaryan al rigore di Calhanoglu: dopo Udinese-Inter è ancora più chiara l'importanza del centrocampo nerazzurro, i cui interpreti Inzaghi ha saputo valorizzare al massimo delle potenzialità.   A volte una foto vale più di mille parole e quella che circola nelle ultime ore, che riprende Inzaghi abbracciare Calhanoglu e Barella dopo la vittoria ottenuta all'ultimo giro d'orologio nella sfida che per l'Inter si era fatta piuttosto scomoda al Bluenergy Stadium, è l'emblema del successo del tecnico piacentino: sotto la sua guida, il centrocampo nerazzurro è diventato uno dei migliori d'Europa ed i suoi interpreti hanno raggiunto il loro massimo potenziale.

Barella e Calhanoglu, imprescindibili nell'Inter di Inzaghi

Inzaghi, Calhanoglu, Barella
Hakan Calhanoglu due anni fa ha cambiato la sponda del Naviglio alla quale votarsi: dal Milan all'Inter, e lo ha fatto circondato da un alone di diffidenza, poiché nei suoi anni in rossonero le prestazioni sono sempre state altalenanti. Con Inzaghi, Calhanoglu si è trasformato, ha ritrovato la serenità e gli stimoli giusti per mostrare le sue qualità. Quando poi, lo scorso anno, il turco è stato spostato in mediana per sostituire Brozovic, lo ha fatto con una qualità tale da diventare in brevissimo tempo uno dei migliori nel ruolo. Durante questa stagione, Calha è volato in testa alla classifica dei centrocampisti con gol, segnandone ben 10, complice anche la freddezza e la precisione dal dischetto del rigore. Con quello segnato ieri sera a Udine, il turco è arrivato a 14 rigori su 14 trasformati. Con questo score, il centrocampista raggiunge la doppia cifra dieci anni dopo la prima e unica volta (bisogna tornare a quando, nel 2013/14 vestiva la maglia dell'Amburgo). Quando è in campo Calhanoglu ha il compito di dettare  i tempi alla squadra e iniziare le azioni che possono portare in porta i compagni: a volte ci si chiede dove sia, ma arriva sempre all'improvviso il tocco magico che illumina la sua partita e molto spesso diventa la copertina del match. Nicolò Barella, che nel post partita ieri sera sui suoi social ha esaltato la vittoria di forza dei suoi compagni, dopo una prestazione in cui ha regalato giocate di qualità in fase di possesso non ha risparmiato il fisico per impedire ripartenze agli avversari, è un altro centrocampista a crescere molto sotto la guida tecnica di Inzaghi. Quando giocava con Conte, il sardo era molto spesso sanzionato con l'ammonizione per il suo temperamento, segno che il ragazzo classe '97 dovesse ancora fare uno step di maturità. Con Inzaghi, Barella ha saputo canalizzare la propria foga nelle giocate e nella corsa, non rinunciando mai ad un centimetro di corsa e mettendosi a disposizione dei compagni soprattutto con i  suoi inserimenti. La crescita di Barella quest'anno è ben visibile soprattutto dal punto di vista mentale, il centrocampista azzurro è diventato un leader tecnico di tale calibro da meritarsi il titolo di vicecapitano; dal punto di vista realizzativo, quello di quest'anno è il "peggior" Barella da quando è all'Inter (2 gol e 6 assist in 30 presenze nella stagione 2023/24 contro i 3 gol e 9 assist del 2020/21, 3 gol e 13 assist del 21/22, 6 gol e 7 assist nel 22/23), ma se, nonostante questo, Inzaghi non smette di aver fiducia in lui nonostante dietro abbia uno come Frattesi, è ovvia allora l'importanza del sardo per questa Inter. A Udine anche un altro centrocampista si è distinto soprattutto per un intervento che ha salvato il risultato; Mkhitaryan si è guadagnato una delle immagini copertina del match contro l'Udinese, insieme al suo compagno di reparto Frattesi, autore del gol vittoria. Insomma, Inzaghi ha nel suo centrocampo una risorsa fondamentale per lo scudetto.  
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