Denzel Dumfries si racconta in una lunga intervista rilasciata ai canali ufficiali della nazionale olandese. L'intervista parte da una curiosità personale dove Dumfries racconta di essere stato l'unico in famiglia ad avere la passione per il calcio e di come questo non fosse argomento di discussione quotidiana. La famiglia preferiva che Denzel si concentrasse sulla scuola e sul nuoto. Il difensore interista ricorda come solo una volta finito il liceo gli fu permesso di dedicarsi seriamente al calcio. "Ho dovuto aspettare la fine della scuola per iniziare a giocare, prima era solo studio e nuoto. Era frustante perché volevo davvero giocare a calcio. Quando mi è stato finalmente concesso di allenarmi la prima volta ero molto felice. Ero determinato a cogliere l'opportunità, altrimenti sarei dovuto tornare a lezione di nuoto".

La carriera calcistica di Denzel: dal piccolo Smitshoeck all'Inter, passando per la nazionale olandese

dumfries inter Nel corso dell'intervista si passa poi alla carriera calcistica e al percorso intrapreso dal terzino olandese. Denzel ricorda il suo primo club, il VV Smitshoek, che era anche la squadra più vicino a Barendrecht dove abitava da giovane, a sud di Rotterdam. Di questa esperienza ricorda la voglia matta di imporsi, di arrivare a giocare ad alti livelli e un episodio in particolare. "Ero molto energico ed ero ovunque. Ero solo molto motivato, a volte anche troppo perché poi dopo una sconfitta non volevo stringere la mano all'avversario. Mio padre in poco tempo mi ha fatto cambiare atteggiamento". Sul padre, figura molto importante che lo accompagnava ovunque, Denzel ricorda i tragitti, spesso in bici. "Mio padre veniva con me con ogni tipo di clima. Ricordo che a volte ci muovevamo insieme in bicicletta: sacco della biancheria sul manubrio ed io nel retro sui portapacchi. Prima della partita mi augurava buona fortuna e si complimentava se segnavo. Questo è quello di cui hai bisogno quando sei bambino, il divertimento è davvero la cosa più importante.  A volte si sente dire che sono i genitori a spingere i figli a giocare, nel mio caso ero solo io a voler giocare ma i miei genitori mi hanno sempre fatto sentire il loro appoggio in ogni situazione, anche questo credo sia importante". In quel club, Dumfries ha conosciuto molti compagni di squadra, e a 20 anni di distanza alcuni di loro sono ancora i suoi attuali migliori amici. "Sono molto grato per questo. Ora gioco per l'Olanda e per l'Inter, partecipo a Europei e Mondiali: tutto questo è fantastico da vivere. Ma resto dell'idea che divertirsi con gli amici sia la cosa più bella che il calcio possa offrire, per questo ricordo con gratitudine il mio periodo amatoriale allo Smitshoek. Quell'esperienza mi ha davvero plasmato: calcio, amicizia e ricordi per la vita".
Cos'è Jdentità bianconera: chi c'è dietro all'associazione che ha emesso un esposto contro l'Inter
Turchia, il Fenerbahce pianifica la sconfitta a tavolino e il ritiro dalla coppa di Turchia