In casa Inter è di nuovo tempo di vigilia. Nessun riferimento alle prossime festività, bensì alla gara di Coppa Italia di domani sera, che vedrà i nerazzurri affrontare la vera sorpresa della prima parte di campionato: il Bologna di Thiago Motta. Partita valida per gli ottavi di finale della competizione a risultato secco: chi vince passa ai quarti. Per conoscere meglio l'avversario e fare il punto sulla sfida – comprese le scelte di formazione – abbiamo intervistato in esclusiva Filippo Monetti, giornalista di Canale 88, emittente televisiva bolognese. Il Bologna si trova al quarto posto in solitaria, piena zona Champions, e ha appena sconfitto la Roma di Mourinho con un secco 2-0. In città cresce l'entusiasmo e si respira aria d'Europa. Qual è l'atmosfera? «L'atmosfera è folle, ma in senso positivo: c'è euforia rossoblù. In città si ripetono spesso i mantra di Thiago Motta, che in occasione di una conferenza stampa disse: "Bisogna gòdere di momenti come questo". Ora, tutti dicono "gòdere" per qualunque cosa. C'è la sensazione che si possa fare finalmente il famoso salto di qualità. Anche se, paradossalmente, la piazza sembra soffrire le vertigini d'alta classifica più della squadra stessa. Un gruppo pronto a centrare traguardi importanti, la partita contro la Roma ne è la dimostrazione. L'Europa non è un obiettivo del Bologna, ma è un sogno di tutti. Non svegliateci». Forse la vera star del Bologna è proprio Thiago Motta. Nelle ultime settimane, si è parlato molto delle sue qualità da allenatore, anche quando si trovava in campo. Il suo modo di fare calcio è innovativo: ci sono molte differenze tra il Motta giocatore e il Motta allenatore? «Probabilmente, se potesse schierare il suo giocatore ideale, sceglierebbe sé stesso. La sua carriera da calciatore parla da sola: ha militato sempre in squadre di top class come Barcellona, Atlético, PSG. Sa trasmettere molto ai suoi giocatori, rendendoli malleabili al cospetto di ogni avversario. Vuole un gioco corale e che tutti siano interpreti allo stesso modo. Per questo, il Bologna non ha un vero protagonista. Ha piuttosto un faro: Joshua Zirkzee. Il centravanti che rappresenta il fulcro del gioco dei rossoblù». Qualcuno vocifera che, a proposito di Zirkzee, era dai tempi di Baggio che un talento del genere non si vedeva sotto le due Torri. L'anno scorso non trovava molto spazio perché il titolare era Marko Arnautović, tornato all'Inter in estate. Domani sera l'austriaco avrà un'occasione proprio contro la sua ex squadra. Col senno di poi, la sua cessione è stata la salvezza del Bologna? «La cessione di Arnautović è stato il volano perfetto per anticipare i tempi di una vera e propria rivoluzione. Manca il trascinatore? Creiamo una squadra di gregari. Il Bologna ha cambiato tanti giocatori, sono arrivati molti giovani di talento come Saelemaekers, Karlsson, Ndoye. Per quanto riguarda Zirkzee, ha caratteristiche davvero importanti: tecnica e coordinazione sono i suoi punti di forza. Non voglio fare paragoni, ma certo non è una casualità che il Bayern Monaco si sia riservato un'ampia percentuale sulla futura cessione del ragazzo». Veniamo alla sfida di domani sera: l'Inter ha dato priorità al campionato rispetto alla Champions, ma nessuno parla della Coppa Italia. C'è in palio il passaggio ai quarti: da entrambe le parti, ti aspetti molto turnover? «Considerando tutte le competizioni, la Coppa Italia è il palcoscenico giusto per dare più spazio a chi ha giocato di meno. Tuttavia, non è comunque un caso che la vincitrice sia sempre una big. Mi aspetto una formazione leggermente rimaneggiata da parte interista, ma l'intensità e la concentrazione saranno massime. Questo è un momento chiave per la stagione nerazzurra, perché hanno appena dato una prima "spallata" ai rivali della Juventus portandosi a +4 in classifica. Grazie al vantaggio, l'Inter ha ora il lusso di potersi permettere un inciampo e rimanere prima. Per il Bologna la gara di domani è una chance, anche se sarà complicato fare il risultato. Mi aspetto un minutaggio importante per alcune seconde linee come Urbański e Fabbian». Il sorteggio di ieri ha decretato la prossima rivale dell'Inter in Europa: l'Atlético Madrid del Cholo Simeone. Una sfida alla portata per i nerazzurri oppure un avversario proibitivo? «Proibitivo no. Le squadre da evitare erano City, Real e Bayern. Da un lato i Colchoneros sono forti, hanno tanto talento, però concedono sempre qualcosa dietro. Dall'altro, l'Inter avrà bisogno di tutta la compattezza difensiva di cui è capace per fronteggiare giocatori pericolosi come Lino, Griezmann e Morata. Tuttavia, penso che ci sia più preoccupazione in casa madrilena che in casa nerazzurra».

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