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lunedì, Aprile 7, 2025

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Il dazio sul parmigiano

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Di Flavio Verzola.

Il dazio, tassa o gabella… una consuetudine sgradevole che si ripresenta ogni volta che si va in gita sulla via Emilia. La meravigliosa regione che mi ha accolto anni fa, da emigrante per amore, vive calcisticamente di dispetti alla mia Inter. Dalla beffa di Sarti, che i vecchietti ricorderanno sicuramente, alla papera di Radu, dalle trasferte al Mapei, dove i neroverdi, contro la “sesta squadra di Milano”, si trasformano negli Avengers, alla storica rivalità con il Parma, che ha sempre reso il Tardini un campo indigesto.

Marotta e famiglia arrivano in gita gastronomica nelle colline dei Ducali, con l’acquolina in bocca per i meravigliosi Culatelli di Zibello, prosciutti, salami di Felino, torta fritta e tortelli alle erbette… con un bel pezzo di parmigiano prima del dessert. Per i non lombardi: “la bocca non è stanca se non sa di latte!”

Il parmigiano è straordinario, ma lascia un amaro in bocca, e la sensazione di aver pagato un conto salato, con un “dazio” pesante… giusto per fare un accenno all’attualità. Tuttavia, Parma ha anche ricordi dolcissimi, come quello di un Ibra non ancora sedotto dal male, di una partita vissuta sotto un temporale estivo, bagnati ma felici per uno scudetto vinto sul filo di lana. In quella squadra c’era anche Chivu, uno degli eroi del triplete, ora allenatore del Parma.

Il calcio, però, non lascia spazio ai sentimenti: bisogna dare tutto per la maglia che si indossa, dimenticando i colori che si portano nel cuore. Quel 16 maggio 2006 resterà scolpito nel cuore di tutti, anche nei loro, visto che furono retrocessi in Serie B!

Seppur aggressivi con noi, nel secondo tempo abbiamo dato una bella spinta! Un pareggio esterno su un campo ostico sarebbe stato buono qualche anno fa, ma ora, con i tre punti in palio e un campionato che si gioca sul filo di lana, un pareggio è quasi una sconfitta, soprattutto se, nel primo tempo, eravamo in vantaggio 2-0. Il primo gol con una bella azione di Matteo Darmian, e il secondo, un pallonetto beffardo dopo un clamoroso errore a porta vuota da parte di un altro ex, nato proprio a Parma: Thuram.

Sul 2-0, però, siamo rientrati in campo distratti. Pensieri alla Champions e alla doppia sfida con i bavaresi, con ben cinque titolari fuori. L’Inter è diventata una brutta copia del primo tempo, simile a quanto visto contro Udinese. Il pareggio nel derby infrasettimanale ha lasciato pesanti scorie mentali più che fisiche, e il Parma, con qualche aggiustamento tattico, ha provato a sorprenderci. Anche nel primo tempo, Sommer non è stato spettatore: Bisteccone, svagato, e la difesa scricchiolante.

E poi arriva Bernabè, che, infilatosi tra tre dei nostri, trova l’angolo vincente. Il pareggio è ormai una realtà, e il Dazio, purtroppo, si paga sempre al Tardini. Non sono bastate le invocazioni al Divino: il calo nel secondo tempo è ormai una consuetudine allarmante. Il gol del pareggio, un tiro beffardo che colpisce la caviglia di Ace, è il colpo finale. La frustrazione cresce, soprattutto perché eravamo in vantaggio di due gol, ma l’atteggiamento del secondo tempo è stato decisamente passivo.

Non c’è dramma, anche se ho letto canti funebri da parte degli “intertristi”, troppo esagerati e ridicoli. Certo, siamo irritati, ma i risultati dalle altre, con pareggi di Arsenal e Barcellona e la sconfitta del Real, ci danno un po’ di sollievo. I bavaresi hanno perso Musiala, ma con Muller e Kane non sarà una passeggiata. Giocare su tutti i fronti, con questa rosa, è miracoloso, ma porta via tante energie. Quindi, prendiamoci questo punticino amaro, aspettiamo cosa farà il Bologna, e poi andiamo a Monaco per vedere come se la cavano i nostri… chi lo sa, magari sarà l’occasione per un futuro viaggio. Marcia avanti!

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