A Roma, nello stadio in cui fino a poche settimane fa veniva osannato José Mourinho, la truppa di Simone Inzaghi dimostra per l'ennesima volta di essere padrona della Serie A. I tre gol nella ripresa, dopo un primo tempo giocato alla grande dalla Roma, certificano ciò che ormai è sotto gli occhi di tutti: questa è l'Inter più forte e matura del lungo periodo che va sotto il nome di post triplete. Certo, la stagione è ancora lontana dall'essere terminata e in mezzo c'è stato lo scudetto di Conte, ma il lavoro del tecnico piacentino nelle ultime due stagioni e mezzo è semplicemente straordinario. Oggi l'Inter, nonostante le cessioni pesanti dell'estate (Brozovic, Lukaku, Onana) è un'orchestra che suona una sinfonia celestiale. Qualità del gioco, risultati, un gruppo in cui tutti remano nella stessa direzione: la dimensione europea acquisita grazie al grande percorso nella scorsa Champions ha dato uno slancio nuovo al progetto nerazzurro, come dimostra la stagione in corso in cui Lautaro e compagni stanno dominando il campionato e non partono certo battuti nella doppia sfida degli ottavi con l'Atletico Madrid. Nella partita di oggi l'Inter è andata negli spogliatoi sotto 2-1 ma, grazie a pochi accorgimenti tattici (su tutti la posizione più alta dei due quinti di centrocampo) ha letteralmente asfaltato una Roma che si è dimostrata coraggiosa e in grado di mettere in difficoltà la ben più quotata rivale. È stato impressionante assistere alla furia nerazzurra nei primi minuti della ripresa, palese dimostrazione che Inzaghi è riuscito a trasmettere ai suoi il principio cardine dei vincenti: mai arrendersi all'idea della sconfitta, mai contemplare l'ipotesi di non uscire dal campo con i tre punti. Il resto lo hanno fatto le individualità (Thuram e Bastoni) ma soprattutto la capacità della squadra di esprimere un calcio spettacolare e allo stesso tempo dannatamente efficace. I paragoni con l'Inter del 2010 non sono possibili perché diverso era il livello medio dei membri di quella rosa (erano anche altri tempi per il calcio italiano) ma non è un'eresia affermare che ad oggi, febbraio 2024, questa Inter ruba l'occhio più di quella dei fenomeni che arrivò davanti a tutti in Italia e in Europa. I calciatori, la dirigenza, Inzaghi e il suo staff stanno scrivendo una pagina importante della storia dell'Inter, questo va detto, al di là di come finirà la stagione.

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Alessandro "Spillo" Altobelli