Due giorni dopo la sconfitta allo Stadium di Torino, i nerazzurri devono prepararsi per i prossimi impegni. Un 1 a 0 a favore della Juventus difficile da archiviare e digerire per l’Inter, che non sfrutta così la possibilità di sorpassare il Napoli in classifica. Per ripartire al meglio, il presidente Beppe Marotta e la dirigenza hanno deciso di fare una visita ad Appiano Gentile.
Marotta, Ausilio e Zanetti ad Appiano
Due giornate di distanza dallo scontro diretto al vertice: prima della trasferta del Maradona contro il Napoli, l’Inter dovrà passare dalla partita casalinga contro il Genoa. Nel mezzo tra le due partite di campionato, invece, c’è il quarto di finale di Coppa Italia contro la Lazio.
In questo febbraio, i nerazzurri di Simone Inzaghi sono riusciti ad accorciare di poco sui partenopei di Antonio Conte – ma fallendo clamorosamente prima l’aggancio (il 3 a 0 subito a Firenze) e poi il sorpasso (l’1 a 0 in Juventus-Inter). Il sentimento di questo periodo negativo sembra poi esplodere nella presunta imprecazione di Lautaro Martinez, episodio che si è trasformato subito in un giallo per la ricerca del “crimine” (spingendo per una squalifica abbastanza pesante).
Il momento decisamente no dell’Inter ha destato qualche preoccupazione, soprattutto nella dirigenza. Come altre volte in momenti critici di questa stagione, anche dopo la sconfitta di Torino lo stato maggiore interista ha deciso di fare visita alla squadra ad Appiano Gentile.
Come si legge sulla Gazzetta dello Sport, il presidente Beppe Marotta, il direttore sportivo Piero Ausilio, il suo vice Dario Baccin e il vice-presidente Javier Zanetti sono pronti a dare una scossa ai giocatori – unendosi a mister Simone Inzaghi. L’obiettivo è ritrovarsi, ma evitando la superficialità che si è manifestata a più riprese, sia in questo mese di febbraio che durante gli scontri diretti di questa stagione.
Compattare la squadra, incoraggiando tutti a dare il massimo: anche perché, per ora, è tutto aperto e domenica 2 marzo ci sarà il faccia a faccia contro il Napoli. Ad Inzaghi l’arduo compito di plasmare la stessa rabbia post-Firenze.