Le ultime 4 vittorie contro Napoli, Fiorentina, Juventus e Roma sono la dimostrazione che la squadra di Inzaghi non solo ha capito come vincere le partite, ma anche quando farlo. I nerazzurri sono maturati tanto nell'ultimo anno, e infatti il 2023 con la cavalcata verso la finale di Instanbul e il terzo posto conquistato in Serie A, dopo un inizio di stagione non proprio eccellente, ne sono la conferma. La finale contro il Manchester City, pur avendo avuto un esito negativo, ha rappresentato il vero punto di svolta della stagione. L'Inter ha preso consapevolezza della propria forza sia in campo nazionale che europeo, e ripetersi non sarebbe poi una cosa così tanto lontana dalla realtà. Ecco perché anche la Gazzetta dello Sport parla non solo di Scudetto ma anche di Champions League per i nerazzurri. Un percorso sicuramente difficile, ma per cui non si deve lasciar nulla di intentato. Mentre in Italia la vera rivale dell'Inter è se stessa, in Europa le favorite sono altre, in primis Real Madrid e Manchester City che partono davanti grazie ai loro fenomeni, rispettivamente Vinicius e Bellingham, e Haaland e De Bruyne. I nerazzurri possono puntare al doppio percorso, in Italia e in Europa, anche perchè ci sono motivi oggettivi che fanno pensare come la cavalcata possa non essere poi un sogno così tanto lontano.

Ecco i motivi per credere nella corsa Champions

Champions League a MilanoL’esperienza. Il percorso dello scorso anno è servito da formazione e ad Appiano, oggi come oggi, a nessuno tremano le gambe. A differenza delle sensazioni dello scorso anno, quando di fronte c'era il Porto, quest'anno il quid in più è nel cammino che i nerazzurri stanno compiendo in Italia, che dà sicuramente una spinta in termini di fiducia. Ma l’Inter, come dicevamo prima, è cresciuta tanto in termini di consapevolezza nei propri mezzi. Inzaghi ha imparato a gestire i doppi impegni e lo fa con una cura dei dettagli che, in partite importanti e decisive come quelle della massima competizione europea, possono davvero fare la differenza. La squadra. Lo conferma in ogni intervista pre e post partita, parlando di tutti i suoi ragazzi, sia che siano in campo dal primo minuto sia che entrino a partita in corsa sia che restino tutto il tempo in panchina. La capacità di Inzaghi di tenere alta la concentrazione di tutti i componenti della rosa è il vero punto di forza di questa Inter. Da inizio anno si è detto e scritto tanto sul fatto che i nerazurri fossero Lautaro-dipendenti, e sicuramente questa non è proprio una inesattezza, sopratutto visto il numero di gol considerevole messi a segno dal bomber argentino. Ma non è solo questo: la bravura del tecnico e del suo staff è stata quella di aver trovato altro, nuove risorse. E la dimostrazione sta nel fatto che anche in questo periodo poco profilico di Lautaro, i nerazzurri ne sono usciti con due vittorie, contro Juventus e Roma. La tenuta difensiva. Nonostante i gol di Mancini ed El Shaarawy nella sfida contro la Roma all'Olimpico, se c'è una certezza in questa squadra è proprio la fase difensiva, capace di incassare un numero minimo di gol concedendo davvero poco alle squadre avversarie. Una fase difensiva che è cresciuta a vista d'occhio negli ultimi 12 mesi e che, nonostante l'addio di Onana e Skriniar ha trovato altri due interpreti che sono molto più che semplici sostituti, come Sommer e Pavard. Il ritmo di gioco. Contrariamente da quando pensato in diversi momenti della passata stagione, l’Inter sembra avere davvero un respiro europeo. Non è solo questione di numeri, ma è l'attitudine in campo, il modo di affrontare l'avversario. La dimostrazione più lampante è il secondo tempo all’Olimpico, quando i nerazzurri hanno letteralmente cambiato passo costringendo i giallorossi nella propria metà campo e ribaltando la sfida nel giro di pochi minuti.
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Alessandro "Spillo" Altobelli