Inter-Napoli frena la volata scudetto dei nerazzurri. Inter-Napoli si è chiusa 1-1, un pareggio che non accontenta né la capolista, che fino all'82' con il gol di Darmian nel primo tempo si era convinta di poter mantenere a distanza il Milan e aumentare il gap con la Juventus, né tanto meno i partenopei, che restano a 9 lunghezze di distanza dal quarto posto. La sfida con gli azzurri da sempre è ricca di suggestioni e il prestigio dell'incontro rievoca nella mente ricordi dolci per l'una e l'altra formazione, nonostante l'aspra rivalità tra i due mondi sia netta. Intorno alla sfida di ieri aleggiava il solito entusiasmo nerazzurro, figlio di un percorso in campionato netto fino a questo momento, accompagnato però da un velo di timore. Inutile negarlo, si temevano le ripercussioni psicologiche dell'uscita dalla Champions. Ecco perché è diventato fondamentale aspettare il gruppo squadra fuori dallo stadio e accompagnarlo dentro San Siro con cori, fuochi d'artificio e uno striscione che in pochissime parole urlava il sentimento comune di questo popolo. "Fieri di voi". La partita la inizia subito bene l'Inter, che crea occasioni fin dai primi minuti e nella più clamorosa, a un quarto d'ora dal fischio d'inizio, viene strozzata la gioia del gol in gola da un super Meret. Sul calare del primo tempo, Darmian, l'uomo che nell'anno del diciannovesimo risolse due gare ostiche, contro Cagliari e Verona, regalando a Conte 6 punti preziosi per raggiungere lo scudetto con largo anticipo. La sensazione che potesse ripetersi nuovamente serpeggiava rapida tra i seggiolini del Meazza, ma questa speranza si frantuma all'82' quando le fatiche delle notti europee si stavano facendo sentire sulle gambe e l'ex Juan Jesus trova il gol dell'1-1 da calcio d'angolo. La distanza sulla seconda è +14, l'Inter pareggia con il Napoli eppure il pubblico di San Siro all'uscita dai tornelli rumoreggia: si è abituato a vincere nei modi più diversi, di misura, con goleada, giocando un calcio spettacolo o faticando, e non conosceva altra sensazione che non l'euforia di festeggiare un gol e in una sola settimana una sconfitta europea e un pareggio in un big match certo riportano l'Inter nella dimensione umana da cui tutta la tifoseria l'aveva ormai elevata.

"Chiudiamo la pratica in fretta" e approfittiamo della sosta

Fiorentina-Inter esultanza L'Inter è una squadra quasi perfetta, ma è pur sempre umana e come tale sbaglia, cade e si deve rialzare. Mancano solo gli ultimi km per il traguardo che tutto il mondo nerazzurro sogna da anni ormai e siamo ad un passo dal poterlo trasformare tutti insieme in realtà. La seconda stella è all'orizzonte, la vediamo e se ci allunghiamo abbastanza ci sembra persino di poterla già toccare. Ora ci resta solo il campionato a cui pensare e certamente non è una pratica chiusa: certo è che +14 a 9 giornate dalla fine sono un distacco clamoroso, ma è pur sempre vero che ci vuole un secondo a pensare di avercela già fatta e sottovalutare il finale di stagione. Ecco perché la sosta arriva proprio nel momento migliore per Inzaghi e i suoi ragazzi. Bisogna riposare, scacciare via le scorie della delusione di un percorso europeo terminato prima di quanto volessimo, guardare la classifica e, come ha detto Dimarco nel post gara ieri sera, "chiudere la pratica il prima possibile". La seconda stella sta aspettando di essere cucita sul petto di questo club glorioso e abbiamo tutti nel cuore il sogno di farlo in un giorno molto speciale per l'Inter e gli interisti. Ben vengano gli impegni delle Nazionali se si deve riposare o distrarre un po' la mente dalla serie A e da tutte le pressioni a essa correlati: il rientro ad Appiano dev'essere l'ultimo pit-stop di una stagione che nel suo finale ha ancora le emozioni più belle da regalare al suo popolo. FORZA INTER!
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Alessandro "Spillo" Altobelli