Thuram: "Qui per vincere tutto". Arrivato fra lo scetticismo generale dell'intero ambiente, il francese Marcus Thuram ha saputo far ricredere tutti a suon di gol e prestazioni formidabili. Non c'è da nascondersi: dopo le partenze di centravanti davvero importanti come Edin DzekoRomelu Lukaku le speranze di trovare un ottimo partner d'attacco al capitano nerazzurro Lautaro Martinez non erano poi così alte, visti i presupposti. D'altronde i numeri registrati da questi due attaccanti non sono per niente trascurabili, tantomeno il loro apporto generale nelle prestazioni della squadra. Questa estate, dunque, l'amministratore delegato Giuseppe Marotta aveva il compito di trovare un degno sostituto da affiancare all'intramontabile Toro, e pare proprio che ci sia riuscito.

Questione ruolo e la sua esperienza finora all'Inter

Thuram esultanza Intervenuto ai microfoni de Il Corriere della Sera, Thuram ha affrontato alcuni punti durante il suo discorso. Primo fra tutti la grande felicità e soddisfazione di trovarsi al centro del progetto nerazzurro, evidenziano la grande alchimia che si è creata all'interno dello spogliatoio. Un rapporto di amicizia con tutti i membri della formazione tanto da far sembrare al centravanti francese di giocare in maglia nerazzurra da molto più tempo. Dopodiché Tikus si è espresso liberamente sul suo ruolo all'interno dello scacchiere di mister Simone Inzaghi: più in particolare ha spiegato come il cambio da esterno d'attacco - ruolo ricoperto durante la sua esperienza in Germania al Borussia Mönchengladbach - a centravanti puro sia avvenuto soprattutto grazie ad una chiacchierata con la leggenda francese Lilian Thuram, nonché suo padre. Inizialmente questa posizione non era la preferita del n° 9 nerazzurro, ma dopo aver ascoltato i consigli altrui e le indicazioni del papà si è convinto e ha continuato la sua carriera da punta centrale. Pare proprio ne sia valsa la pena. Avere affianco un attaccante esperto come Lautaro e un allenatore capace come Inzaghi ha sicuramente portato i suoi frutti, ma Thuram sente ancora la necessità di dover migliorare sotto molti aspetti. In particolare l'ex Mönchengladbach pensa di poter migliorare nel dribbling, nella corsa, nella difesa e nel tiro, affermando inoltre di fermarsi spesso dopo l’allenamento a fare del lavoro extra sul campo e con i video. L'adattamento allo stile di gioco del calcio italiano non è stato poi così traumatizzante e questo lo afferma lui stesso: in effetti è migliorato molto nel posizionamento senza palla e ogni suo movimento risulta molto più efficace per la giocata di un suo compagno. Inoltre Thuram ha parlato anche del suo rendimento e dello scetticismo generale che ruotava intorno a lui. Dal suo approdo a Milano il centravanti francese ha sottolineato che il suo unico obiettivo fosse quello di aiutare la squadra, senza badare troppo ai giudizi esterni. Il suo rendimento è arrivato poi con il tempo anche grazie all'aiuto dei suoi compagni. Il discorso legato alla sua Inter si è poi concluso con le ambizioni della società: il messaggio finale è che la voglia di vincere tutto è quasi scontata quando vesti i colori nerazzurri, quindi ogni impegno in campionato e in Champions sarà difficile ma totalmente affrontabile. I suoi gol e i suoi assist sono fondamentali per la squadra - come quello alla Roma o quello con la Juve - e di questo non può che essere felice.

L'ispirazione e il rapporto con il fratello

Per concludere il proprio discorso Thuram ha poi parlato di due suoi connazionali: primo fra tutti spunta il Pallone d'Oro Karim Benzema, una delle sue più grandi ispirazioni. L'ex Real Madrid non ha bisogno di presentazioni, ma la grande ambizione del francese è quella di potersi comparare con uno degli attaccanti più importanti dello scorso decennio. Una sfida importante ma che con le sue qualità non è poi così impossibile da portare a termine. C'è stato spazio anche per qualche considerazione sul fratello Khéphren, il quale è stato descritto come un giocatore molto forte, con grandi qualità e che ha tutte le carte in regola per poter competere sia in Italia che in Inghilterra.
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Alessandro "Spillo" Altobelli