Dallo sky box del Tardini alla linea laterale dell’Allianz Arena. Dopo il pareggio amaro contro il Parma, Simone Inzaghi è pronto a tornare al centro della scena per uno degli appuntamenti più importanti della stagione: l’andata dei quarti di finale di Champions League contro il Bayern Monaco. In conferenza stampa, il tecnico nerazzurro ha affrontato diversi temi, tra presente, futuro e qualche sassolino dalla scarpa.
“Sappiamo com’è andata a Parma, non eravamo felici del risultato. Ma domani ci aspetta una grandissima sfida contro una delle squadre più forti d’Europa, che insieme al Real è tra le favorite per la vittoria finale”, ha esordito Inzaghi. “Sarà fondamentale restare squadra per tutti i 90 minuti. In uno stadio così difficile servirà una grande prova collettiva”.
Il tecnico ha anche chiarito la situazione legata agli infortuni e ai cambi effettuati contro il Parma: “I primi quattro cambi erano forzati, non programmati. Non ho voluto specificarlo subito per vedere cosa si sarebbe detto. Ma ora lo chiarisco: l’unico cambio voluto è stato quello di Arnautovic all’81’”.
Poi un aggiornamento sugli acciaccati: “Bastoni è più sì che no, Dimarco più no che sì. Calhanoglu ha dolore ma credo possa farcela. Lautaro sabato era programmato per giocare solo 45 minuti, tutto concordato con lo staff medico”.
Inzaghi ha poi commentato il valore dell’avversario: “Il Bayern è una squadra intensa, lo era anche nel 2020 quando l’ho affrontata con la Lazio. Anche loro hanno assenze, ma hanno qualità enorme. Sappiamo che ci saranno momenti in cui dovremo soffrire, ma anche altri in cui potremo metterli in difficoltà”.
Riguardo a Thomas Muller, parole di stima: “È un campione, il giocatore in attività che ha vinto più titoli. Mi ha sempre creato problemi quando l’ho affrontato. Un grande”.
E su Musiala: “È uno dei talenti più puri al mondo, ma il Bayern può sostituirlo con gente come Gnabry e Muller. Questo la dice lunga sulla loro forza”.
Orgoglio nerazzurro
Inzaghi ha colto l’occasione per tracciare un bilancio del suo percorso all’Inter: “In quattro anni abbiamo vinto sei titoli, potevano essere otto con scudetto e Champions. Sono orgoglioso del lavoro fatto. Quest’anno ci stiamo superando”.
Infine, una riflessione sul contesto italiano: “Competere in Europa è difficile, c’è stato un ridimensionamento del budget. Ma l’Inter è rimasta ai vertici grazie a una dirigenza forte e a un grande gruppo. È un motivo di enorme orgoglio per tutti noi”