Arbitrare il derby d'Italia tra Juventus e Inter non è mai semplice. Una sfida che porta con sé anche delle scorie storiche di torti ed errori arbitrali, ed episodi dubbi, che non fanno altro che alimentare il clima di tensione nella conduzione della gara. Lo sa bene anche l'arbitro Marco Guida che, nello scontro tra bianconeri e nerazzurri di ieri sera, ha diretto senza sbavature la partita.

Moviola: Guida usa un metro uniforme

L'arbitro della sezione di Torre Annunziata ha dovuto dirigere un match che ha visto molti duelli fisici in mezzo al campo, senza però discostarsi molto dal metro di giudizio adottato. Infatti, lungo tutto il corso della partita tra Juventus e Inter, Guida è rimasto concentrato e coerente. Lo si può notare dai due contrasti di gioco - pressoché simili - nei primi dieci minuti del primo tempo: lascia correre sia sul contatto Bremer e Thuram che sul contrasto di Dumfries su Chiesa; poco dopo l'attaccante numero 7 bianconero richiede l'intervento del giudice di gara per un contatto con Barella, ma anche qui Guida rimane inflessibile e rispetta il metro. Primo tempo che ha visto solo l'ammonizione, giusta, di Cambiaso: l'esterno destro bianconero ha fermato il pallone con il tocco di mano sulla giocata dell'esterno sinistro dell'Inter, Di Marco. Concentrato sulla partita e coerente anche nel secondo tempo del derby d'Italia. Nonostante la partita sembrava potersi infiammare su due contatti simili in mezzo al campo (quello tra Bremer e Barella prima, poi quello tra McKennie e Acerbi), il direttore di gara mantiene il metro di giudizio e lascia correre, placando gli animi. Giusti i gialli su Cuadrado e Kostic: l'esterno destro nerazzurro è il primo a fermare con un fallo il serbo intorno al 75esimo; mentre l'esterno sinistro della Juventus ricambia con un fallo sul colombiano, fermando una ripartenza. Unica dimenticanza è un giallo a Rabiot, dopo il contrasto molto duro con Barella: il francese entra col piede a martello sul vice-capitano dell'Inter, Guida fischia il fallo, ma non estrae il cartellino.
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Alessandro "Spillo" Altobelli