Ospite a Che Tempo Che Fa, Lautaro Martinez si racconta tra le emozioni dello Scudetto vinto nel giorno del derby e gli obiettivi per il futuro: tra questi, rinnovo e Champions.   Lautaro Martinez è stato ospite ieri sera al programma di Fabio Fazio, Che Tempo Che Fa, in onda su canale NOVE. Il bomber nerazzurro, per la prima volta davanti alle telecamere di un talk show, si è raccontato soprattutto sulle emozioni che lo Scudetto della seconda stella gli ha regalato. Inizialmente in imbarazzo per il suo esordio in un programma TV italiano ("Questa è la prima volta per me, sono un po' agitato ma è un piacere" ha esordito), Lautaro, che secondo Thuram e la moglie Agustina sorride sempre poco, si è poi sciolto regalando un bel momento al pubblico da casa.

Le parole di Lautaro a CTCF: "Lo scudetto un momento bellissimo. Ora Champions e rinnovo"

Lautaro CTCF intervistaLo scudetto era l'obiettivo più importante della stagione? "Sì, ci siamo andati vicino due anni fa e dopo aver lavorato e sofferto tanto, quest'anno è diventato il traguardo principale. Dopo tanti sacrifici ce l'abbiamo fatta." Thuram dice che sorridi poco, ma è vero? "Sì, lo dice anche mia moglie." A questo punto le telecamere si spostano su Agustina, presente nel pubblico, con cui Fazio inizia un piccolo siparietto, coinvolgendola poi più volte successivamente nel corso dell'intervista. In merito alla precedente domanda, la moglie del capitano dell'Inter racconta: "Sicuramente adesso che ci sono i nostri figli sorride molto di più, ma lui è una persona seria. Poi è troppo ordinato, deve essere tutto sotto controllo, tutto in ordine, piegato, perfetto e allineato". Il ventesimo scudetto è arrivato con 5 giornate d'anticipo e vincendo il derby. Più di così... "Quando i calcoli hanno iniziato a parlare di scudetto in quella data è diventata una cosa importante per noi. Vincere la seconda stella in questo modo, contro il Milan e in casa loro è stato speciale. E poi è stata una cosa mai successa prima, ne abbiamo approfittato ed è stato incredibile e meraviglioso per noi. Il giorno della partita abbiamo fatto un'ora e mezza di allenamento sotto la pioggia, curando tutti i dettagli, provando i calci piazzati e le ripartenze dal basso. La mia famiglia e quella di mia moglie si sono complimentate con noi dall'Argentina, abbiamo sofferto tutti molto quando ha vinto il Milan due anni fa e quell'estate io ero molto arrabbiato. Per noi quel derby è stato speciale e non lo dimenticheremo mai. Poi ho esultato con i tifosi salendo sulla traversa perché volevo una foto uguale a quella dei festeggiamenti per il Mondiale." Il tuo soprannome è Toro. Come mai, visto che hai un gioco elegante? "Gioco come punta centrale, però nel modulo che abbiamo all'Inter cambio sempre, a volte aiuto più la squadra, altre volte sto in mezzo ai centrali, però il soprannome nasce per la forza che avevo già quando giocavo al Racing." Questo scudetto arriva dopo la sconfitta di Istanbul. Allora è vero che servono anche le sconfitte nella vita. "Certamente, il cammino dell'anno scorso in Champions League è stato fondamentale. Arrivare in finale in questa competizione non è mai facile perché ci sono squadre fortissime e per i giocatori che ci giocano è difficile arrivare in fondo, però noi dall'inizio abbiamo sempre giocato ottime partite su campi difficili." Il tuo gol più bello dei 177 segnati, di cui 128 con l'Inter? "Sicuramente quello nel derby in semifinale di Champions, per quello che contava quella partita." Sei anni fa sei arrivato dal Racing su segnalazione di Milito. Si può dire che gli hai dato il cambio? "Sì, nel 2018 gli ho dato il cambio nel Racing e quell'immagine la porto nel cuore ancora oggi. Milito mi ha aiutato molto, io avevo 17/18 anni, lui arrivava dall'Inter e mi ha dato una grande mano." Poi all'Inter hai preso la 10. "Io indossavo già la 10 in Argentina, quindi ho chiesto a Piero Ausilio se fosse libero quel numero. Mi ha detto che ci avrebbero pensato un po' prima, ma quando sono arrivato a Milano me l'hanno data." A proposito di numeri 10, Maradona non l'hai conosciuto ma sei amico di Messi. "No, Maradona non l'ho conosciuto. Conosco il suo procuratore, ma Diego non ho mai avuto la fortuna di conoscerlo perché poi è stato male. Con Messi siamo compagni di squadra. Stiamo parlando di un giocatore che ha fatto la storia del calcio, anche in allenamento fa delle cose che strane, sembra che giochi un altro sport, a volte si inventa cose che non ho mai visto prima. Lui è un animale da competizione, non molla mai." Hai vinto tanto con l'Inter e l'Argentina: c'è un sogno più grande di vincere la Coppa del Mondo? "La Champions League" Papa Francesco lo conosci? "No, ma so che è un grande tifoso argentino. Mi piacerebbe incontrarlo con la mia famiglia. Quando ho un po' di tempo voglio andare a conoscerlo, ma deve avere tempo lui principalmente." Sei nato a Bahia Blanca e ricordi che il pallone non mancava mai a casa tua. Adesso sarà così anche per Nina e Theo? "Mio papà era un calciatore e anche mia nonna paterna è stata una delle prime calciatrici che ha giocato nella mia città. Io seguivo mio papà, ha fatto il giocatore professionista in serie B per tre anni e mi ha insegnato l'amore per questo sport, il rispetto e la disciplina. Non è mai stato un papà che mi ha messo pressioni, sono sempre stato libero e lui mi ha sempre dato consigli, rispettando me e i miei fratelli. Nina e Theo mi hanno cambiato la vita, io cercherò di insegnare loro i valori della vita, crescerli con umiltà e rispetto per l'amore e la famiglia, insomma i veri valori." Sei diventato una bandiera dell'Inter. Il rinnovo? "Si dice che io sia una bandiera. Dal momento in cui sono arrivato a Milano sei anni fa tutta la gente che lavora qui e i tifosi mi hanno trattato in maniera speciale e sono molto grato di questo. Io vivo di questo sport e nel calcio non si sa mai, ma io a Milano sto bene e anche la mia famiglia è felice qui, voglio rinnovare con l'Inter e spero che si raggiunga presto un accordo." Sei uno che si arrabbia spesso? "Prima di avere i miei bambini sì, poi sono arrivati loro e mi hanno cambiato la vita, sono cambiate le mie priorità e sono cambiato io. Un messaggio per loro? Li amo tanto e questa ospitata la dedico a loro." Si può descrivere un'emozione come quella per questo scudetto? "Io mi sono ricordato di due anni fa, di quell'estate in cui ero molto arrabbiato e quando senti fischiare la fine della partita ti vengono in mente tutte quelle immagini. Ho pensato subito ai miei figli, ho iniziato a vincere trofei quando è nata Nina tre anni fa. Poi con Theo ho vinto il Mondiale." A quel punto Fazio si rivolge ad Agustina prima di concludere l'intervista, consegnandole un mazzo di rose rosse. "Allora per la Champions i tifosi chiedono il terzo figlio" La moglie del Capitano quindi risponde: "E allora lo facesse con i tifosi il terzo figlio". 
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