Massimiliano Allegri ci ha provato a destabilizzare l'Inter con frecciatine ("Guardie e ladri", "Sinner e Djokovic") e soprattutto con una buona dose di maniavantismo ("Noi siamo giovani, l'Inter è la favorita per lo Scudetto"). Il tecnico bianconero si è giocato le sue carte tentando in tutti i modi di mettere pressione all'orchestra di Inzaghi, il quale però, con la bacchetta in mano e calma olimpica ha continuato a dirigere i suoi verso l'ennesima prestazione trionfale di un campionato fin qui dominato. Quando si scende in campo le chiacchiere stanno a zero e stasera l'Inter ha dimostrato di essere nettamente superiore alla seconda in classifica. L'autogol di Gatti che ha deciso il match non fotografa al meglio quanta differenza c'è tra le due squadre. Perché se è vero che la Juve, grazie anche alla mancanza degli impegni europei, ha disputato fin qui un ottimo campionato, è altrettanto innegabile che i nerazzurri sono altra cosa. A dirlo sono i numeri (51 gol fatti, 10 subiti, miglior attacco e miglior difesa della Serie A) ma soprattutto le prestazioni. Lautaro e compagni dalla prima giornata ad oggi hanno dimostrato una continuità di rendimento senza pari e dato la sensazione di poter non solo vincere, ma anche dominare il campionato. Al netto di rarissimi passaggi a vuoto (Inter-Sassuolo in particolare), infatti, i nerazzurri sono sempre usciti dal campo dopo aver disputato una partita migliore degli avversari e spesso hanno vinto con punteggi larghi, anche contro alcune big. Insomma, l'1-0 di San Siro non è altro che la logica conseguenza di una verità che Allegri per primo conosce bene: al momento in Serie A nessuna squadra è in grado di tenere testa alla capolista. Volendo ridurre ai minimi termini il confronto tra Inter e Juve, la prima subisce pochissimo esattamente come la seconda, ma esprime anche un calcio moderno e dall'efficacia offensiva invidiata pure fuori dai confini nazionali. Non è un caso che all'estero Inzaghi da due stagioni è considerato un allenatore di primissima fascia, mentre il pur rispettato Allegri gode di una fama decisamente inferiore. L'unica insidia del big match di stasera era, banalmente, l'antico adagio secondo cui in una partita secca tutto può succedere. Stavolta però è successo ciò che ci aspettava: i tre punti sono andati meritatamente alla squadra più forte, a quella che colleziona clean sheet e strappa applausi per la manovra offensiva a tratti spumeggiante. Il derby d'Italia ha premiato l'Inter, che ora ha il dovere di non abbassare la guardia e di continuare un processo di crescita che potrà regalarle nuove soddisfazioni anche in Champions League, come già avvenuto l'anno scorso.  
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Alessandro "Spillo" Altobelli