Marotta addio. Non è un mistero che Beppe Marotta sia uno dei dirigenti sportivi italiani più influenti e più di successo del passato recente nel calcio italiano. I tanti successi ottenuti in carriera, dal portare la Sampdoria in Champions League nel 2010, al tornare al successo nazionale con la Juventus prima e con l'Inter poi , per non dimenticare le finali europee lo hanno portato ad essere considerato un dirigente top. E non è un caso che Steven Zhang, ancora prima di blindare allenatore e giocatori chiave ha scelto di rinnovare la dirigenza che cosi bene ha fatto fin qui. Una sorta di garanzia per il successo.

Marotta parla di sviluppo sostenibile, settori giovanili e del suo futuro

marotta Tutto questo va però inserito nel discorso personale di Marotta, che in più di un occasione ha ammesso di essere alla sua ultima esperienza da Amministratore delegato una volta finita l'esperienza con l'Inter e di volersi occupare di altro nei prossimi anni. L'ad interista è intervenuto davanti a una platea di avvocati riuniti a Varese, in occasione dell'incontro sulla sostenibilità nelle società sportive presso la Sala Montanari della città. Ecco le sue dichiarazioni. La prima questione affrontata dal dirigente interista riguarda proprio la gestione sostenibile per una società calcistica che al giorno d'oggi risulta vitale per poter continuare a sopravvivere e raggiungere risultati sportivi. "Per mixare i risultati con la sostenibilità serve grande competenza e grande lavoro. Poi non bisogna dimenticare che ci vogliono strutture, ovvero impianti, centri di allenamento e stadi moderni. Senza questo supporto alle spalle non si ottiene nulla: ma purtroppo anche su questo in Italia ci dobbiamo scontrare con la mancanza di sensibilità da parte della politica verso lo sport. Inoltre abbiamo evidenze lacune anche nel mondo della scuola: pensate che in Olanda, le scuole di Amsterdam e l'Ajax si dividono il compito per formare i giovani ragazzi. In Italia cosa facciamo?". Sul suo futuro  "Il settore giovanile è cio che più di prezioso ha una società, il patrimonio umano più importante. Sono anche sempre più convinto che sia sbagliato far pagare lo sport ai giovani: dovrebbe essere gratuito, in modo tale da poter coinvolgere anche le famiglie più povere, dove magari si nascondono i campioni, come accadeva una volta. Fra due anni, quando scadrà il mio contratto con l'Inter, mi occuperò solo di giovani". Sulle critiche a Varese, sua città di nascita. "Difficile valutare dall'esterno, ma quello che è capitato qui è simile al destino delle province vicine. Una volta spariti i grandi imprenditori, è lo sport minore che subisce il contraccolpo maggiore: un tempo tra Gallarate e Varese c'erano 20 realtà calcistiche, mentre oggi arriviamo forse a 7 o 8. A tutti coloro che ci hanno provato a Varese va comunque data la giusta riconoscenza".
Udinese-Inter 1-2: quanti punti mancano all'Inter per festeggiare lo scudetto
Calhanoglu: "Non manca molto per lo Scudetto. Resto all'Inter? Certo"