14 punti conquistati in 9 partite. Sono questi i numeri del biglietto da visita di Paulo Fonseca al pubblico del Milan.
Un trend lontano da ciò che la dirigenza si aspettava, con il portoghese che sin dalle prime uscite del suo Diavolo non è mai sembrato essere saldamente seduto sulla sua poltrona in panchina, costringendo gli stessi vertici a fare delle inevitabili considerazioni sul suo operato.
Serve un cambio?
La vetta della classifica è distante già ben 11 punti, che sarebbero potuti essere 8 in caso di vittoria sul campo del Bologna, match poi non disputatosi a causa dell’emergenza pioggia sul territorio, ma il focus è un altro. Oltre al ritardo in classifica, a pesare sulla testa di Fonseca sembra essere la sua stessa incapacità di gestire ciò che lo circonda, in quanto, se da un lato sta plasmando giocatori come Pulisic e Rejnders, dall’altro non possono passare inosservati episodi come quello del cooling break sul terreno dell’Olimpico con la Lazio, oppure la gestione di Rafael Leao.
Al tutto, si aggiunge l’inefficacia di comunicazione davanti ai media, con Fonseca che spesso nel cercare di mascherare e minimizzare i problemi interni non ha fatto altro che alimentare il focus sugli stessi da parte di giornali e social. Tornando al fattore campo, anche il percorso in Champions lascia a desiderare, con il Milan in una situazione di classifica non proprio comoda e dove è dunque chiamato a reagire, anche se qui il calendario potrebbe giocare leggermente a suo favore.
Scarso rendimento, scarsa comunicazione e scarsa responsabilità, insomma, i presupposti per interrogarsi e per valutare altri profili sembrano esserci tutti e il Milan sembra lo stia facendo. A dimostrazione di ciò il meeting avvenuto immediatamente nel post del match contro il Napoli, dove da quanto trapelato la fiducia sembra esser stata confermata, una conferma che però ha una data di scadenza, scadenza terribilmente vicina: 11 Novembre 2024.