L’atmosfera del derby d’Italia si fa sentire. Domenica 26 novembre si giocherà allo Juventus Stadium una delle sfide più attese del campionato Juventus-Inter e non mancano tensioni anche fuori dal campo. A mostrare le rivalità tra bianconeri e nerazzurri questa volta ci pensano due ex. Moggi attacca Moratti intervistato da Radio Bianconera.
L’ex direttore sportivo della Juve Luciano Moggi attacca Moratti ex presidente storico del club milanese. Accuse che non vanno per il sottile, infatti, il protagonista di Calciopoli ha insinuato che sotto la giurisdizione di Massimo Moratti sia stato fatto un passaporto falso per Recoba facendolo diventare comunitario mentre era extra comunitario.
Moggi attacca Moratti: le accuse
Ma non solo. Moggi attacca Moratti sotto ogni fronte dicendo che l’ex presidente avrebbe chiesto a Bertini di far vincere l’Inter in una semifinale di Coppa Italia. Moggi ha continuato attaccando anche Facchetti accusandolo che, secondo quanto avrebbe detto il procuratore federale Palazzi, l’Inter sotto la sua direzione sarebbe stata la società con più problemi di tutti per il comportamento illegale di Facchetti.
“A me hanno stufato completamente e non tollero più queste accuse nei confronti della Juve”, ha detto Moggi. “Non posso sentire dalla bocca di Moratti stupidaggini di questo tipo, perché loro sono quelli che hanno avuto dei problemi di reato, andato in prescrizione. La Juventus non ha goduto della prescrizione, quindi la piantassero e facessero le persone serie”, si è difeso su Calciopoli.
“Per chi volesse leggere la sentenza è 2166 del 2018. Quella sentenza diceva che non è da attribuire al sistema Moggi quello che è successo in Calciopoli, ma era un fatto di tutte le società di calcio che facevano cose che non dovevano fare. L’unica società che non faceva niente da reato era proprio la Juve”, arriva a dire l’ex dg bianconero.
Poi conclude ricordando il periodo nero che ha passato la Juventus in quel periodo a causa dello scandalo. “Calciopoli é stato un colpo al cuore per tutto il movimento, sono stati anni difficili per tutti ma soprattutto per noi. Siamo stati privati di vittorie che avevamo meritato sul campo. In quegli anni vivemmo la sensazione di far parte di un gioco più grande di noi, dove tutto era deciso secondo regole delle quali eravamo all’oscuro. Partecipavamo al Campionato per niente“.