Editoriale a cura Di Flavio Verzola.
Teodolinda Monza rifiuta con forza lo status di satellite dal pianeta Milano. Risplende storicamente di luce propria e non riflessa, con bagliori lucenti di antica nobiltà addirittura spirituali, come il chiodo usato per la crocifissione di Cristo, che la leggenda vuole incastonato nella corona ferrea. Da Teodolinda, illuminata e progressista regina dei longobardi, fino a memorie manzoniane di monache di clausura, arrivando ai fasti calcistici del Cavalier Mi Consenta, che dopo aver reso grande… ahimè… la quinta squadra di Milano (dopo Inter, primavera Inter, Inter Femminile e Alcione) ha riportato nella massima serie i Brianzoli! Il tentativo del clone rossonero, risulta ancor più significativo dalla presenza del Galliani, vecchio ma stimato nemico di mille battaglie, che in questa stagione ha ribadito il vecchio amore, riportando Nesta come allenatore, nonostante le continue debacle reggiane. Per loro il derby è sicuramente con noi, per ovvi motivi, daranno il massimo, mentre con loro sarà una sorta di amichevole, con pacche sulle spalle e terzo tempo rugbistico anticipato nei novanta.
Monza manifesta la sua indipendenza persino nella cucina, aggiungendo la salsiccia luganega al risotto giallo o bianco addirittura, arrogandosi la paternità della Cossoula e del Oss buss. Insomma Monza guarda più la sua provincia Brianza, terra di mobilieri e di imprenditori, ammira le Prealpi, la Grigna e il Resegone, e le sponde del lago di Lecco, più che la dirimpettaia metropoli. Con tutti i suoi paesotti in “Ate” che tanto fanno sorridere i forestieri. Usmate, Vimercate Merate, Carnate, Velate… e alla via così!
Da Maranello, dove risiedo, Monza significa ancora di più Formula Uno e Ferrari, in una sorta di inossidabile collegamento Emilia-Brianza, nel suo famosissimo gran premio nel suo altrettanto famoso parco… con annessa maestosa Villa Reale!
Personalmente, avendo vissuto la mia infanzia a Sesto S.Giovanni, il parco di Monza, ricorda eterne partite alla Holly e Benji, con un campo interminabile, delimitato dalle porte fatte con le borse, e i falli laterali giusto con la palla persa negli alberi. Qualche anno più tardi era uno dei luoghi preferiti quando si “bigiava” al liceo… o Monza o dischi. Ricordi con panzerotto di Luini in centro! Arriviamo a Monza dopo la pausa fastidiosa delle nazionali, con Denzelone, Frattesi e Dimash in gol, e con la prestazione monstre contro la Dea Bergamasca nell’ultima giornata al Meazza, in un altro dei derby lombardi. La formazione dovrà tener assolutamente conto degli impegni prossimi ravvicinati, ma questo Monza non va sottovalutato, vogliamo i tre punti. Senza se e senza ma!
Settembre è da sempre un mese anomalo e pericoloso, le grandi sono ancora work in progress, per una stagione lunga e faticosa, mentre le piccole hanno la necessità di partire forte per mettere punti in saccoccia. Partire bene vuol dire moltissimo, mettere subito le cose in chiaro, e piazzarsi in pool position per una gara massacrante, tanto per continuare con la Formula Uno!
Sono finiti gli anni bui, in cui ti bastava rincorrere e sperare, oggi siamo i campioni d’Italia, la lepre siamo noi, bausciamoci il sacrosanto diritto di essere la squadra più forte, e dimostriamolo sempre! Ho ricordi dolcissimi del mese, a parte l’apprezzatissimo cambio di stagione, ricordo appena prima… il 29 di agosto, un derby stradominato con Wes in campo appena arrivato, ricordo 14 settembre 1997, l’esordio di Ronnie a Bologna, sotto una pioggia incessante, e un gol da favola….
Ma settembre è anche un ottovolante di prestazioni altalenanti, ieri in alto e un attimo dopo in basso. Buoni propositi, logiche da turn over annichilite da una prestazione sottotono, che concede fiato agli intertristi, già in aperta polemica con le scelte del Demone. La scelta di centellinare le forze purtroppo non ha pagato. Del resto con City e Derby alle porte, con molti troppi titolari al ritorno dalle Nazionali, era un operazione quasi necessaria. Se fossimo riusciti a passare in meritato vantaggio i primi venti minuti, saremmo a dispensare elogi per la gestione della rosa. E invece solo spine, mentre il Monza si chiudeva a riccio, la nostra capacità di velocizzare l’azione si sgretolava minuto dopo minuto. Forse sarebbe stato meglio provare a picchiarla in rete, senza ricamini per entrare in porta col pallone. Passano i minuti e come sempre la partita si complica, quando devi provare a sfondare contro una squadra in dieci dietro la linea del pallone. Qualche rara occasione, ma portieri praticamente in vacanza! Ad una manciata di minuti dalla fine, in una rarissima sortita offensiva, i brianzoli trovano l’insperato vantaggio. Cross del cagnaccio Izzo e testa di Mota per la rete. Siamo al paradosso, l’Inter si scuote con una girandola di cambi anche arditi, troviamo il pareggio con una deviazione sottoporta di Denzelone. Che dire, tanta amarezza ma niente isterismi.
Non accetto il giochino al massacro del avrebbe potuto, facile parlare dal divano di casa! Di sicuro Asllani rimandato, deve fare il passo definitivo e non il compitino, altrimenti con rammarico dovremo rivedere il suo futuro. Lauti, strapazzato dai viaggi intercontinentali (ma non poteva nascere in Svizzera) speriamo ritrovi presto lo smalto. Per il resto partita con l’amaro in bocca, e smorfia di disappunto. A questo punto facciamo tesoro delle considerazioni fatte, e andiamo avanti. Ci aspetta una bella settimana! Marcia Avanti!