L'Inter vista ieri sera a San Siro appartiene alla versione più pulita, spumeggiante e spettacolare della gestione Inzaghi, che in tre stagioni alla guida nerazzurra ha spesso regalato altissimi momenti di grande calcio. Insomma, le critiche che a Inzaghi non sono mai state risparmiate, talvolta scadendo anche nel cattivo gusto, sembrano ora lontane anni luce. Ma è vietato abbassare proprio ora la guardia, troppo importante cercare di raggiungere il primo posto nel girone e tentare di allungare in Serie A, Juventus permettendo. L'attenzione si sposta ora proprio verso l'Europa, come riporta la Gazzetta dello Sport che fa un approfondimento delle specialità della casa: una coppia d'attacco come Thuram-Lautaro che si trova già a memoria, un centrocampo di una qualità immensa con pochi rivali in Europa, una difesa blindata con soli 7 gol incassati e una certezza in porta con Yann Sommer che è arrivato a ben 10 clean sheet stagionali. Statistiche e caratteristiche che secondo la rosea possono rendere l'Inter molto temuta anche in campo europeo, dove si presenta comunque con lo status da finalista della scorsa edizione.

Difesa compatta

La Gazzetta sottolinea come uno dei punti di forza di questa Inter sia la difesa che concede poche occasioni e pochissimi gol agli avversari. La forza, si legge, risiede nei numeri: in Champions non ha mai perso. A Lisbona, sotto di tre gol nel primo tempo, ha avuto la la capacità fisica e mentale di andare a riprendersi il pareggio sfiorando il gol del 4-3 nel finale con palo di Barella. In Italia invece, in 15 partite ha subito solo 7 reti e ha raggiunto i 10 clean sheet stagionali, con Sommer che diventa il primo portiere a riuscirci da quando ci sono i tre punti (stagione 1994-1995). Per rendere l'idea di questi numeri, in confronto con le altre big europee, in campionato il Bayern ha subito 14 reti, il Bayer Leverkusen 11, il Psg 12, il Real 10, il Liverpool 15, il City 17. Ecco perché è logico pensare come queste squadre tiferanno Inter per evitare di incontrarla negli ottavi di finale, dove Simone Inzaghi ha sempre fatto vedere di saper tirar fuori il meglio da sé e dalla sua squadra.

Macchina da gol

Questi numeri difensivi, tuttavia lascerebbero pensare a una squadra che si difende molto bene e specula sul risultato, accontentandosi della fase offensiva. Niente di più fuorviante invece, perché l'Inter di Inzaghi è una squadra votata all'attacco, alla pressione alta e costante di attaccanti e centrocampisti che spesso permette di inviare una nuova azione offensiva già nella metà campo avversaria. A differenza della Juve di Allegri con cui condivide gli ottimi numeri difensivi, l'Inter non specula sull'avversario di corto muso ma gioca un calcio propositivo dove ora anche i braccetti possono inserirsi e arrivare a essere pericolosi in area. L'attacco dell'Inter ha già generato 37 reti in campionato e 8 in Champions League, con ben 10 reti segnate nelle ultime tre partite. Ma la scena se la prende inevitabilmente la coppia d'attacco, la ThuLA. Lautaro è a quota 16 reti stagionali, 28 in campionato nell'anno solare 2023, 118 gol con la maglia nerazzurra dal 2018 a oggi; Thuram è arrivato da una manciata di mesi, ma è già decisivo con i gol (6 in A, 1 in Champions), con gli assist (6 tutti in A) e con i rigori procurati (4). Una coppia che in molti invidiano alla squadra d'Inzaghi, ma non solo per i gol e assist forniti ma anche per la chimica e l'altruismo che i due mostrano ogni partita: Lautaro si guadagna il rigore ma riconosce subito a Calhanoglu il ruolo di rigorista, Thuram esulta sempre emulando le giocate dei compagni e segnare non è un ossessione, a lui va bene anche fornire un'assist al compagno. Per non parlare dello scherzo sempre pronto da fare ai propri compagni, vedasi Pavard ieri sera.

Mentalità

Per mentalità, compattezza, gioco e convinzione l'Inter 3.0 di Inzaghi è la squadra italiana più europea. La Gazzetta fa poi riferimento alla finale di Champions persa, giocandosela ad armi pari con il City di Guardiola sottolineando come in passato ci siano state varie squadre (Liverpool, Milan, Bayern, City e Chelsea) che ferite dalla finale persa sono riuscite a conquistare poi il trofeo poco dopo. Che questo dato possa essere di buon auspicio.
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Alessandro "Spillo" Altobelli