Siamo nella settimana del derby d’Italia, sfida per eccellenza della nostra Serie A giunta alla 250a edizione. Juventus-Inter torna ad essere, dopo qualche tempo, una partita che può decidere molto anche a livello di classifica, visto che si affrontano le prime due della classe. Ma quando si parla di Juve-Inter non si può non rievocare le grandi sfide del passato. Un mix di campioni e allenatori indimenticabili, ma anche di errori arbitrali passati alla storia e infinite polemiche che rendono questa sfida davvero unica. La tradizione vede la Juventus nettamente in vantaggio nelle sfide disputate a Torino, tuttavia non mancano grandi trionfi nerazzurri. Tra questi rientra certamente quello ottenuto il 3 novembre 2012 allo Juventus Stadium. Una vittoria tanto esaltante quanto effimera per i tifosi nerazzurri e per il loro condottiero dell’epoca: Andrea Stramaccioni.

Inter - Il biennio post-triplete

Il 22 maggio 2010 è il giorno in cui l’Inter vince la sua terza Champions League a Madrid e realizza un incredibile triplete. Come spesso accade, nello sport e non solo, una volta raggiunto l’apice inizia lento e inesorabile il declino. Benitez è il successore di Mourinho ma il suo inserimento è estremamente problematico. Il tecnico spagnolo vuole creare una forte discontinuità con il passato e questo crea malumori sia all’interno dello spogliatoio che tra i tifosi. L’Inter della stagione 2010-11 è una squadra incostante e che ha perso quella compattezza di gruppo che l’aveva portata sul tetto d’Europa pochi mesi prima. Dopo la vittoria del Mondiale per Club di dicembre, crocevia fondamentale della stagione interista, l’allenatore ex Liverpool si sfoga e attacca duramente la società rea, a suo dire, di non averlo supportato sia sul mercato che a livello mediatico. La reazione del presidente Moratti non si fa attendere e viene deciso l’immediato licenziamento di Benitez. Gli succede Leonardo, scelta abbastanza sorprendente visto il suo passato milanista. Leonardo riesce a risollevare l’Inter che arriva in primavera ancora in corsa su tre fronti. La stagione si conclude con il secondo posto in campionato dietro al Milan. In Champions League l’eliminazione arriva nei quarti di finale per mano dello Schalke 04 di Neuer e Raul. Unica soddisfazione è la vittoria in Coppa Italia in finale sul Palermo. Leonardo può essere l’uomo giusto per riportare in alto l’Inter ma sorprendentemente, poco prima dell’inizio della stagione 2011-2012, risolve consensualmente il contratto con la società. La dirigenza è colta di sorpresa soprattutto per le tempistiche. La scelta del nuovo tecnico ricade su Gian Piero Gasperini, reduce da ottime stagioni al Genoa. La parentesi di Gasperini all’Inter è brevissima, dura solo cinque partite. Il presidente Moratti si affida quindi all’esperienza di Claudio Ranieri per provare a raddrizzare una stagione che era iniziata in modo sportivamente tragico. I risultati migliorano ma non decollano, l’Inter viene eliminata negli ottavi di Champions dal Marsiglia e dopo una netta sconfitta a Torino con la Juventus, anche Ranieri viene esonerato. A 9 giornate dal termine dell’annata l’Inter è ottava in classifica e virtualmente fuori dalle coppe europee. Sarebbe la prima volta dopo dodici anni. Moratti compie un’altra scelta coraggiosa e decide di promuovere l'allenatore della primavera Andrea Stramaccioni.

Strama scelta a sorpresa

Stramaccioni è un nome nuovo e sconosciuto al grande calcio. La sua carriera da calciatore non ha praticamente modo di iniziare visto che a 18 anni deve abbandonare il suo sogno a causa di un grave infortunio al ginocchio. Decide così di restare nel mondo del pallone intraprendendo la carriera di allenatore. Dopo qualche esperienza in squadre minori romane, nel 2005 diventa allenatore delle giovanili della Roma. In sei anni vince due campionati, uno con i giovanissimi e uno con gli allievi nazionali. Nel 2011 passa alla Primavera dell’Inter dove trionfa nella Next Gen Series, un’importante competizione a livello europeo. Moratti lo segue con affetto e resta colpito dalla sua energia positiva oltre che da risultati di prestigio uniti a un gioco brillante. A 36 anni diventa uno dei più giovani allenatori della storia dell’Inter. L’impatto con la prima squadra è molto positivo: nelle ultime nove partite raccoglie 17 punti, frutto di cinque vittorie. La più prestigiosa è quella nel derby con il Milan che consegna virtualmente lo scudetto alla Juventus. La qualificazione all’Europa League e il buon gioco espresso convincono Moratti a proseguire con Stramaccioni, che resta allenatore anche per la stagione 2012-13.

Juventus - L’inizio dell’era Conte

La Juventus del 2010 è una società in fase di profondo cambiamento. Andrea Agnelli diventa presidente nel maggio di quell’anno. Succede a Jean Claude Blanc, figura di spicco nella fase successiva allo scandalo Calciopoli. Agnelli ha un unico obiettivo: riportare la Juventus ai fasti di un tempo. La squadra è reduce da un deludente settimo posto in campionato, risultato non in linea con la storia del club bianconero. Agnelli vuole marcare una differenza. La prima scelta forte è quella di affidare a Giuseppe Marotta il ruolo di direttore generale. Marotta arriva da un’annata straordinaria alla Sampdoria dove la squadra blucerchiata ha appena conquistato una storica qualificazione alla Champions League. Tra gli artefici di quella cavalcata esaltante c’è anche il mister Luigi Del Neri che viene scelto come allenatore della Juventus per la stagione 2010-11. Marotta detta subito la sua linea cercando di inserire in rosa diversi giocatori italiani. Nella sessione estiva vengono acquistati, tra gli altri, Quagliarella dal Napoli, Pepe dall’Udinese e il giovane Leonardo Bonucci dal Bari. In quella invernale, spiccano le acquisizioni di Matri dal Cagliari e il ritorno in Italia di Andrea Barzagli dopo due anni e mezzo al Wolfsburg. I risultati sono però negativi e la Juventus termina il campionato nuovamente al settimo posto. Del Neri non riesce a ripetere i grandi risultati dell’annata precedente e viene esonerato al termine della stagione. L’annata 2011 deve obbligatoriamente essere quella del rilancio. La Juventus riparte con uno stadio nuovo di zecca, lo Juventus Stadium, primo impianto di proprietà di una società italiana. La scelta dell’allenatore ricade su Antonio Conte, storico capitano dei bianconeri degli anni 90-2000. Conte arriva dalla promozione in serie A con il Siena e da ottime annate tra Arezzo e Bari. Mago del 4-2-4, il mister salentino ha portato il Siena a essere il miglior attacco della Serie B. Tuttavia non resta ancorato alle proprie idee ma lavora con il materiale a disposizione. Dopo poche giornate abbandona il suo modulo e dà vita alla mitica BBC davanti a Buffon. La difesa bianconera diventa un muro impenetrabile, Pirlo detta i tempi davanti alla difesa. L’energia dello Stadium contagia la squadra che dopo una cavalcata incredibile si laurea campione d’Italia da imbattuta. La Juventus la spunta davanti al Milan di Ibrahimovic e inizia il suo ciclo epico.

La stagione 2012-13

La Juventus campione d’Italia in carica parte con i favori del pronostico anche nella stagione 2012-13. L’Inter è fortemente ridimensionata. L’obiettivo realistico è quello di puntare ai primi tre posti e alla conseguente qualificazione alla Champions League. Juventus-Inter è in calendario all’undicesima giornata. Le squadre arrivano al match in ottima forma. La Juventus è prima in classifica con 28 punti, frutto di nove vittorie e un solo pareggio sul campo della Fiorentina. L’Inter segue a quattro lunghezze dalla capolista e arriva da un filotto di sei vittorie consecutive. Lo Juventus Stadium dopo più di un anno è ancora inviolato. I bianconeri hanno un record di 18 vittorie e 6 pareggi in da quando giocano nel nuovo impianto e in assoluto non perdono da 49 partite in Serie A.

La partita

La Juventus schiera la squadra tipo, mentre ci si attende che l’Inter giochi a specchio cercando di limitare i danni con una squadra coperta. Stramaccioni invece sorprende e si presenta con il tridente pesante: Palacio, Milito e Cassano che fronteggiano faccia a faccia Barzagli, Bonucci e Chiellini. Il match inizia alla grande per la Juve. Il gol di Vidal dopo 18 secondi sembra il preludio di un’altra serata di grazia per la squadra bianconera tra le mura amiche. Il secondo tempo, però, racconta tutta un’altra storia. Milito ribalta il risultato, prima conquistandosi e realizzando un rigore, poi sfruttando un tiro respinto di Guarin (inserito al posto di Cassano). L’ingresso del colombiano e gli accorgimenti tattici di Strama hanno ribaltato completamente la partita. La zampata finale di Palacio suggella un’impresa che candida prepotentemente l’Inter come avversaria principale in chiave scudetto. Ma qualcosa va storto. Arrivano sei sconfitte nelle successive 14 giornate e gli infortuni si susseguono senza sosta. I nerazzurri scivolano fino al nono posto finale. Il destino di Stramaccioni è segnato e l’esonero diventa realtà al termine della stagione.

Stramaccioni around the world

Il tecnico romano, dopo un anno di stop, riparte dall’Udinese, anche qui con poca fortuna. Chiude il campionato al 16° posto e viene sostituito, a fine stagione, da Colantuono. Stramaccioni inizia poi un giro del mondo che lo porta, nell’ordine, in Grecia al Panathinaikos, allo Sparta Praga in Repubblica Ceca, all’Esteghlal (in Iran) e, infine, in Qatar all’Al Gharafa unica occasione in cui riesce a portare a termine un’intera stagione dai tempi dell’Udinese. Recentemente Stramaccioni è un apprezzato commentatore TV. La sensazione è che la carriera da allenatore di Strama, così come quella da giocatore, non si sia espressa appieno. I successi e le soddisfazioni non sono state molte, ma quel Derby d’Italia resta un exploit impossibile da dimenticare per i tifosi interisti.
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