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Inter adattamento Darmian. Il calcio e la scienza, si sa, hanno numerosi punti in comuni; da un certo punto di vista anche la filosofia ha qualcosa da condividere con il mondo del pallone, specialmente se viene scomodato Charles Darwin, noto biologo, naturalista, geologo ed esploratore britannico, celebre per aver formulato la teoria dell'evoluzione delle specie. Un cambiamento, un adattamento tattico che ha portato notevoli sviluppi può essere stato solo quello di un elemento imprescindibile del collaudato scacchiere dell'Inter Campione d'Italia.

Adattamento scientifico

Se il fine di Charles Darwin è stato dimostrare che chi si adatta sopravvive, Matteo Darmian possiede una visione darwiniana del calcio, trasformandola nel mantra che lo ha accompagnato per tutta la sua carriera. Grazie a questa capacità quasi camaleontica di passare dalla difesa al centrocampo, dalla fascia destra a quella sinistra senza alcuna difficoltà, l'ex giocatore di Milan, Torino e Manchester United è riuscito a conquistare due scudetti, con due allenatori del calibro di Antonio Conte e Simone Inzaghi, con tanto di seconda stella con l'Inter e a guadagnare la convocazione agli Europei a 34 anni, oltre a segnare il primo gol della stagione dei Campioni d'Italia di fronte a 70mila cuori nerazzurri. Un'evoluzione iniziata dalla parte opposta del Naviglio, durante le giovanili al Milan, a Milanello, proseguita fino alla Premier League tra le fila del Manchester United, dove conquistò l'Europa League nella stagione 2016-2017. Una carriera che, se non lo avesse visto proseguire nel calciare un pallone, lo avrebbe probabilmente visto con tra le mani l'impasto di una bella pizza, come dichiarato in un questionario ai tempi degli Allievi rossoneri. Da allora, il classe 1989 ha dapprima debuttato con il Milan nella stagione 2006-2007 (Milan-Udinese 2-3) per poi vincere tutto in Italia con l'Inter. 

Darmian è sempre stato un giocatore versatile, un autentico jolly per la sua capacità di essere utile in ogni situazione. A 35 anni da compiere a dicembre, il numero 36 è da considerare un perfetto "quinto di centrocampo", un esterno a tutta banda e d'intelligenza sopraffina in entrambe le fasi: un mix di esperienza, intelligenza tattica e capacità di sacrificio per una persona umile e riflessiva. Un lavoratore silenzioso, sempre in grado di prendere la decisione migliore per la squadra: "Cerco sempre di essere tranquillo. A volte dovrei essere più cattivo, ma il non esserlo fa parte del mio carattere".

In nerazzurro

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Il viaggio di Darmian all'Inter è iniziato nel 2020, quando dopo una stagione da titolare al Parma, Antonio Conte lo scelse per il ruolo di esterno di centrocampo. Una volta arrivato in nerazzurro, Darmian ha ripreso a correre, a testa bassa, lavorando duramente per guadagnarsi il suo posto in squadra sotto la guida dell'attuale tecnico del Napoli, andando forse a realizzare i gol decisivi per lo scudetto 2021. L'ex Manchester United è ormai un titolare aggiunto, uno di quei giocatori su cui poter sempre contare, con Simone Inzaghi che ne è ormai grande estimatore. Un elemento fondamentale, dall'estrema duttilità tattica in diverse posizioni.

La sua prestazione contro il Lecce ne è l’ennesima prova: con 6 contrasti vinti, 51 palloni giocati e un gol decisivo, Darmian ha confermato di essere un elemento chiave per l'Inter, uno di quei giocatori che, pur non cercando mai i riflettori, fanno sempre la differenza quando conta.

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