Lautaro Inter
Lautaro Inter

Lautaro pallone d'oro. Cosa significa essere un “toro”? Perché questo animale è quasi sempre accostato ad un determinato tipo di carattere? Probabilmente, una spiegazione la può dare la gloriosa pellicola del 1980 di Martin Scorsese: Toro Scatenato basato sull'autobiografia del pugile Jake LaMotta, il “Toro del Bronx”, interpretato da Robert De Niro.

In questo film, De Niro veste i panni del pugile italoamericano in maniera sublime, donando agli spettatori i pensieri ed i sentimenti di LaMotta, del suo forte e controverso carattere, che lo rendeva tenace. Che lo rendeva, a tutti gli effetti, un toro.

Un ragging bull che anche nel calcio possiamo ammirare e che è il simbolo e il leader dell'Inter: Lautaro Martinez, il Toro di Bahìa Blanca. L'attaccante argentino ha concluso la sua stagione con l'albiceleste in Copa America, conquistando una menzione tra i favoriti alla vittoria del Pallone d'Oro da parte dell'Equipe. Ma il capitano dell'Inter può davvero vincere il tanto ambito premio riservato ai calciatori?

La seconda stella e la sconfitta in Champions

Nella stagione 2022-23 era emerso esplicitamente quanto fosse importante Lautaro Martinez per l'Inter. Nonostante la difficoltà in campionato, l'argentino classe '97 è stato un leader ed un trascinatore del percorso europeo dei nerazzurri (perdendo però la finale di Istanbul contro il Manchester City). Ma fu decisivo nella vittoria della Coppa Italia contro la Fiorentina, con una doppietta.

Diventa il capitano dell'Inter, consolidando questa sua leadeship nella stagione appena conclusa. Un'annata che rimarrà indelebile nella memoria di Lautaro e dei tifosi interisti: il Toro mette a segno 24 reti in Serie A, diventando capocannoniere (ed eletto miglior giocatore della Serie A 2023-24)

La sua fame e la sua carica sono emerse nei momenti del bisogno in campionato, trascinando infine la Beneamata al ventesimo Scudetto e alla storica seconda stella. Ma anche nella conquista della Supercoppa Italiana: suo è il gol decisivo che consegna il trofeo all'Inter, nella finale contro il Napoli.

Qualità, corsa, senso del gol e sacrificio. Sullo Scudetto nerazzurro c'è questa firma indelebile di Lautaro Martinez, accanto - e non sopra - a quello dei compagni di squadra: lo si ripete spesso, ma la seconda stella è frutto del duro lavoro di un gruppo straordinario. Il 10 nerazzurro è uno dei rappresentanti più importanti del senso di appartenenza alla maglia.

Per il gioco che l'Inter stava interpretando, sembrava che anche in Europa si potesse fare bene. Gli ottavi di finale di Champions League, però, hanno interrotto il cammino nerazzurro: la sconfitta ai rigori contro l'Atletico Madrid è il grande neo della stagione. 

Una discriminante che, in sede di Pallone d'Oro, potrebbe pesare contro Lautaro Martinez e a favore degli altri favoriti (come Jude Bellingham e Vinicius Jr, protagonisti della vittoria del Real Madrid). Lo stesso argentino, infatti, ha sbagliato il rigore che ha condannato l'Inter. Un esito che il Toro di Bahìa Blanca non meritava per quanto dimostrato.

La chiusura con la Copa America

Lautaro Argentina

Prima la conquista dell'Italia e della seconda stella con il nerazzurro come pelle e nel cuore, poi la conquista di un posto che gli è stato “sottratto”. Infatti, Lautaro Martinez arriva alla Copa America 2024 non da attaccante titolare - il c.t. Scaloni gli preferisce Julian Alvarez.

Questo perché il Toro era reduce dal Mondiale in Qatar (vinto nel 2022) fatto con il freno al mano, per via di un infortunio che non lo faceva rendere al massimo. Ma la Copa America è stato il teatro in cui Lautaro si è ripreso l'Argentina.

Vince infatti il torneo con l'albiceleste, diventando capocannoniere da subentrato (cinque i gol messi a referto). Suo è poi il gol che regala a Lionel Messi, il sedicesimo trofeo americano della storia argentina, nell'1 a 0 nella finale contro la Colombia.

La chiusura perfetta per una stagione straordinaria fatta da Lautaro Martinez. Ma può davvero competere per vincere il Pallone d'Oro? Agli occhi dei detrattori - sia del Toro che dell'Inter - questo sarebbe uno scenario insensato. Tuttavia, è ormai passato al vaglio dell'opinione pubblica che Lautaro sia stato un “portaborracce” dell'Argentina campione del mondo.

Oltre a ciò, il favore di cui godono determinati profili del calcio - seppur giusti, per via di qualità davvero sopraffine - rendono improbabile una vittoria del capitano nerazzurro. Ma la stagione racconta qualcos'altro, che nemmeno un mancato Pallone d'Oro può far dimenticare: che Lautaro Martinez è a tutti gli effetti un campione e che ha ancora fame di titoli. Per cui - per citare anche il monologo iniziale di De Niro nel film di Scorsese -, dategli un'arena e Lautaro il Toro si scatena.

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