Morte Davide Astori: "Poteva essere salvato". Confermata condanna per omicidio colposo

Il 4 marzo 2018 il calcio italiano viveva un lutto di un peso specifico inimmaginabile. Quella mattina uno dei difensori più rispettati, gentili ed educati dell'ultimo decennio abbandonava il mondo terreno per accedere al mondo spirituale. Un fulmine a ciel sereno che non solo ha destabilizzato tutti, ma ha anche lasciato un enorme vuoto incolmabile in chiunque avesse avuto modo di chiacchierare con lui. La sua anima e la sua persona erano profondamente rispettate da tutti e la sua morte è riuscita ad unire tutti sotto un'unica bandiera, quella del lutto. 

A distanza di 6 anni da quel giorno fatale, le istituzioni competenti hanno avuto modo di approfondire meglio la questione. Purtroppo le disgrazie possono succedere, ma in fin dei conti è sempre risultato molto strano che un atleta professionista potesse soffrire di un episodio così insolito nonostante i controlli medici. A tal proposito, le investigazioni sono poi piombate sull'operato dell'ex consulente medico della Fiorentina Giorgio Galanti, il quale si è occupato personalmente di Davide Astori. 

Morte Davide Astori, accusa di omicidio colposo: la Corte d'Appello conferma

I giudici hanno accertato che la morte di Astori non è stata solo frutto di un caso sciagurato, ma è arrivata anche a causa di un controllo medico insufficiente. L'accusa definitiva, infatti, racconta che la sua scomparsa sia stata causata da un cardiomiopatia aritmogena ventricolare, patologia che non fu diagnosticata. 

La sentenza della Corte d'appello di Firenze non ha atteso oltre e ha confermato la condanna per il professore a un anno di reclusione, pena sospesa, per omicidio colposo del giocatore. Un briciolo di sollievo per la moglie Francesca Fioretti, la quale si sente più leggera dopo questa sentenza: “Ora mi sento un po' più leggera. Ringrazio tutti per l'affetto dimostrato nei nostri confronti e per Davide”.