Agnelli
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Plusvalenze Juve. Aggiotaggio, ostacolo alla vigilanza e false fatturazioni. Questi i capi di accusa ipotizzati dalla Procura di Torino, fascicolo poi passato sotto ispezione della Procura di Roma, la quale ora chiede il rinvio a giudizio per l'ex presidente Agnelli e la passata dirigenza juventina.

La questione è nota a tutti e riguarda l'inchiesta sulle plusvalenze fittizie e le manovre stipendi messe in atto durante il periodo della pandemia Covid e che, secondo i pubblici ministeri, avrebbero alterato la regolarità dei bilanci tra il 2019 e il 2021. Allo stesso tempo però è ancora sotto indagine il filone che riguarda il bilancio del 2022. 

Manovra stipendi e plusvalenze fittizie: quello che sappiamo 

La richiesta della procura di Roma è dunque il rinvio a giudizio per l'ex presidente Andrea Agnelli, l'ex vicepresidente Pavel Nedved, l'amministratore delegato Maurizio Arrivabene e il suo predecessore Fabio Paratici. 

Sotto i riflettori sono da tempo finite le accuse per le plusvalenze fittizie che ammonterebbero a 155 milioni di euro e per la cosiddetta "manovra stipendi" eseguita ai tempi della pandemia, volta ad alleggerire il bilancio del club, promettendo di destinare comunque la cifra pattuita in altre modalità.

Cosa rischia la Juve?

Juventus Stadium

Sotto il profilo sportivo, per queste stesse accuse, la Juventus ha già ricevuto una penalità di 10 punti nel campionato 2022-2023 in seguito alla decisione della Corte d'Appello della Figc e all'esclusione dalle coppe europee per l'annata successiva. Per questo motivo i bianconeri dovrebbero aver già pagato per i comportamenti errati dei suoi dirigenti e non dovrebbero correre rischi di ulteriori sanzioni da un punto di vista sportivo. 

Le plusvalenze “artificiali” sarebbero state condotte attraverso scambi di giocatori, anche giovanissimi, al fine di gonfiare il proprio valore di mercato e registrare appunto un guadagno economico che serviva a ripianare il bilancio, pesantemente in rosso. A questo modus operandi si era poi aggiunta la manovra stipendi che riguardava l'ammortamento di ingaggi esorbitanti che con la crisi economica dovuta alla pandemia erano diventati insostenibili

Secondo gli inquirenti, la diffusione di questo “virus” divenne una “opportunità” e una “copertura formale” per nascondere la realtà di una “allarmante situazione economica, patrimoniale e finanziaria” che ha poi costretto l'azionista di maggioranza (Exor) a pompare ben 700 milioni nelle casse del club per gli aumenti di capitale volti a ripianare le perdite. 

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