difesa Inter
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Una nuova stagione calcistica è iniziata ormai da un po' e, arrivati alla quarta giornata di campionato, con la prima partita di Champions League alle porte, si può iniziare già a definire qualche dettaglio.

Mercato chiuso alla fine di agosto, l'Inter si è presentata riconfermando gli eroi del ventesimo Scudetto e della seconda stella, con nuovi innesti di qualità per dare al mister Simone Inzaghi una doppia soluzione per ogni ruolo e per ogni zona del campo: porta, difesa, centrocampo e attacco.

Tenendo conto anche delle ultime prestazioni e degli ultimi risultati, la domanda che sorge è: le doppie pedine e il gioco dei ricambi (a cui segue il turnover) sono all'altezza dei titolarissimi? Come cambiano i valori e sistemi tecnici e tattici di ogni giocatore? Ecco la situazione per i portieri e i difensori dell'Inter.

La porta: Sommer per ora, Josep Martinez per il futuro

Sommer

C'è un dato da confrontare a distanza di un anno: alla quarta giornata di Serie A 24/25, l'Inter ha incassato tre gol; la scorsa stagione, i nerazzurri avevano un solo gol subito alla medesima giornata di campionato. Inutile dire che i gol subiti vanno divisi tra estremo difensore e il muro centrale dei difensori.

Quest'anno, l'Inter si presenta con lo stesso portiere che ha garantito a tenere inviolata la porta per la metà delle partite di Serie A della scorsa stagione: Yann Sommer. L'elvetico - 35enne - si è dimostrato affidabile sia coi piedi che con i riflessi (eccezion fatta per il primo gol subito contro il Genoa alla prima giornata).

Statura ridotta per un portiere che però gli da la possibilità di avere una grande esplosività, ma è importante per il gioco di Simone Inzaghi proprio per il suo coinvolgimento nella costruzione delle trame nerazzurre - a partire dal basso per arrivare passaggio dopo passaggio a stanare le linee difensive avversarie.

Ma il fattore età comincia a pesare e l'Inter ha voluto assicurarsi un colpo per il futuro. Questo è Josep Martinez, arrivato dal Genoa in estate per circa 15 milioni di euro. Inzaghi e dirigenti hanno spinto per averlo come secondo portiere: ma lo spagnolo (classe ‘98) ha già sorpreso tutti.

Tatticamente è una pedina come Sommer: l’abilità tecnica coi piedi lo rendono un estremo difensore moderno. L'età, inoltre, gioca a suo favore. Ma le altre caratteristiche tecniche potrebbero ben presto regalargli una maglia da titolare (per esserlo definitivamente un giorno, si spera): istinto e grande capacità sulle uscite - un'abilità che è mancata in questi anni.

Al momento, Josep Martinez non ha trovato la titolarità in porta nelle gare ufficiali, mentre Sommer continua ad essere il primo nella gerarchia. Ma i pali nerazzurri dovrebbero essere in buone mani - sia per questa stagione, che per quelle future.

La difesa: questioni di età e di tattica

Come scritto poco sopra, la responsabilità dei gol subiti viene equamente distribuita tra portieri e difensori: questi hanno rappresentato il miglior muro e scudo della trionfale stagione della seconda stella. In particolar modo, i titolari Benjamin Pavard, Francesco Acerbi e Alessandro Bastoni hanno fermato gli attacchi più temibili del campionato in maniera decisiva.

I tre sono stati riconfermati come i titolarissimi a cui seguono gli stessi sostituti della scorsa stagione (seppur con qualche novità che rimane ancora inedita). Partiamo con ordine per ogni coppia per ogni ruolo di difesa.

Pavard-Bisseck

Pavard

Il primo ruolo è quello al braccetto di difesa di destra, conteso da Benjamin Pavard e Yann Bisseck. Stando ai nomi, non ci dovrebbe essere chissà quale concorrenza tra i due, ponendo dei dubbi se il ricambio sia effettivamente all'altezza. Ma la scorsa stagione ci ha sorpreso positivamente, sia sul piano tattico quanto su quello tecnico.

Partendo da quest'ultimo, Pavard non ha bisogno di presentazioni: grande capacità di lettura difensiva, forza fisica e resistenza, oltre ad una visione di gioco e ad un piede educatissimo che lo rendono capace di costruire in maniera straordinaria le trame di gioco. Tatticamente è una chiave per Inzaghi, visto che il senso di posizione del francese permette di creare superiorità numerica in fase offensiva e non dare punti di riferimenti agli avversari.

Una strada che sembra seguire anche il giovane Bisseck. Il tedesco classe 2000 è arrivato la scorsa stagione, tra l'indifferenza generale, per poi mostrarsi per la sua stazza fisica imponente: ma a sorprendere di più è la sua capacità palla a piede.

Giocatore ancora da svezzare, con qualche disattenzione che ha mostrato in qualche partita (come la prima contro il Genoa) ma da un grande potenziale: Inzaghi può comunque avere un'ottima pedina che conosce bene i tempi di inserimento, ma che sa anche leggere le manovre difensive. Inoltre, mette tanto peso per il gioco aereo (decisivo il suo gol contro il Bologna la scorsa stagione).

Su questo fronte, il tecnico piacentino e l'Inter possono continuare con soddisfazione (anche con un'eventuale copertura di Darmian che potrebbe scendere a terzo di difesa): da un lato, un campione del mondo; dall'altro, un giovane promettente e da far crescere ancora.

Acerbi-De Vrij

Acerbi

Si passa al centrale della difesa nerazzurra, prontamente coperto dal titolare Francesco Acerbi e il diretto sostituto Stefan De Vrij. Si tratta di un ruolo delicato perché è a tutti gli effetti il baluardo difensivo dell'Inter - anche se è un'altra posizione che Inzaghi vuole mobile e partecipe alla fase di costruzione e di attacco.

Le caratteristiche tecniche, inoltre, dei due sono molto simili seppur con qualche differenza: Acerbi è un centrale veramente fisico e solido, con la capacità di far sentire la sua presenza e la sua forza in tutti i duelli con gli attaccanti avversari; De Vrij ha una grande capacità di lettura difensiva che gli permette di intervenire in tackle o intercettare un pallone, ma si fa notare anche per la sua abilità palla a piede e nella costruzione del gioco interista.

Su entrambi, però, pende la questione anagrafica. Acerbi ha 36 anni, mentre De Vrij ne ha 32: entrambi sono stati soggetti a qualche infortunio nelle ultime uscite dello scorso campionato e della pre-stagione di quest'anno. La mole di partite che si giocheranno questa stagione ci dirà se il fisico non li tradirà - ma è chiaro che l'Inter dovrà trovare una soluzione per il futuro, anche se sia Acerbi che De Vrij soddisfano tutti i bisogni tecnici e tattici di mister Inzaghi

Bastoni e..

Bastoni

Qui c'è un cortocircuito nello scacchiere nerazzurro, perché è stato un tema dibattuto molto durante il mercato estivo. Si tratta del braccetto difensivo di sinistra, ruolo che viene occupato da Alessandro Bastoni. Il suo diretto ricambio è Carlos Augusto, il quale però è un esterno destro adattato a terzo di difesa.

Il mancino di Bastoni è unico in tutto il campionato, il quale si unisce alle qualità tecniche di costruzione del gioco, della visione di gioco, del senso della posizione, della lettura difensiva e della sua forza fisica. Per Inzaghi si tratta di una pedina che fa un lavoro di fondamentale importanza: a volte, lo si vede inserire in mezzo al campo, altre volte si sovrappone sulla fascia all'esterno di centrocampo. In tutti e due i casi, Bastoni crea superiorità numerica e non dà punti di riferimento, arrivando a crossare sulla trequarti offensiva in mezzo all'area.

Il laterale brasiliano fa un lavoro decisamente più promettente in fase offensiva, ma riesce anche a gestire la fase difensiva. Dotato di una velocità e tecnica, che gli permette di sfondare le linee avversarie, ma anche di un mancino notevole, contraddistinguendosi anche per il senso del gol e gli assist. Da terzo della difesa fa un grande lavoro, anche perché riesce a muoversi senza palla e creare spazi o dettare linee di passaggio.

Ma il lavoro del difensore italiano non è replicabile. Carlos Augusto è un'ottima alternativa, ma non può essere il vero vice-Bastoni: si attende di capire se l'ultimo colpo del mercato, Tomas Palacios sia a tutti gli effetti il sostituto diretto per il ruolo di braccetto di sinistra. Ma al momento, quando Inzaghi decide di far rifiatare Bastoni, all'Inter manca un'arma che mette in crisi gli avversari.

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