Circa cinque mesi fa, il mondo nerazzurro metteva in scena dei festeggiamenti che hanno lasciato delle bellissime immagini del tifo e del calcio: un lungo e sconfinato corteo, una marea interista che accompagnava i propri Campioni d'Italia verso una piazza Duomo stracolma di appassionati, i quali attendevano gli eroi della stagione per celebrarli sotto la Madonnina.

L'Inter si ritrova però - dopo la scorsa trionfale annata - a dover affrontare un periodo di risultati poco convincenti: dopo cinque giornate di campionato, i nerazzurri hanno riportato due vittorie (contro Lecce ed Atalanta), due pareggi (contro Genoa e Monza) ed una sconfitta (nel derby contro il Milan).

Proprio il derby perso ha portato a dubbi e incertezze intorno al mondo nerazzurro - nonostante la prova di carattere contro il Manchester City in Champions League. Ma per come è stata affrontata la partita contro i cugini rossoneri, i Campioni d'Italia sembrano aver perso quella forza e quell'aura che li ha portati a dominare il campionato scorso. Ecco perché, Udinese-Inter sarà utile per ritrovarsi e ripartire.

Inter, dov'è la fame?

Ciò che è emerso nella sfida contro il Milan - ma anche in quella precedente contro il Monza - è che l'Inter non ha messo in campo la stessa voglia di sempre. La forza trascinante della formazione di Simone Inzaghi ha avuto un'exploit nella seconda parte del primo tempo del derby, proprio quando Lautaro Martinez ha trovato il passaggio vincente per il gol di Federico Dimarco.

Dopo quello, alcune occasioni nitide nel secondo tempo, vanificate dalla poca voglia di incidere, da un grande Maignan e da un progressivo abbassamento della linea difensiva e del ritmo di gioco interista: consegnando, così, la partita ai cugini rossoneri, che dopo sei derby di fila persi rompono la maledizione con il gol vittoria di Gabbia all'89esimo.

La prestazione dell'Inter è ciò che risalta di più, poiché nei quattro anni di gestione Inzaghi, ma in particolar modo dopo l'ultima stagione, i nerazzurri non hanno dimostrato la solita fluidità di gioco e forza. I sintomi di questo calo di rendimento si sono visti in questo inizio di campionato per manifestarsi in maniera più convinta nel derby.

La settimana post Inter-Milan sta continuando a dare spunti di riflessioni ai tifosi, ma soprattutto allo stesso tecnico piacentino e ai giocatori - ai quali si sta accusando di avere la pancia piena dopo la seconda stella conquistata lo scorso campionato.

Una lucidità mentale e psicologica che sembra stia venendo meno. Il manifesto di questo sintomo potrebbe essere proprio il capitano Lautaro Martinez. Il Toro argentino è a zero gol dopo cinque giornate: proprio lui che con la maglia interista ha conquistato il titolo di capocannoniere in Serie A, mentre con la maglia albiceleste decideva con i suoi gol la Copa America.

Le sue parole ai microfoni nel post-partita sono un esempio del momento negativo per Lautaro, il quale però si prende le sue responsabilità, da vero leader e con un grande senso di appartenenza ai colori interisti. Ad Udine, un suo gol potrebbe dare il via ad una ripartenza per l'Inter.

Nuove soluzioni e rotazioni

Per ritrovarsi come squadra, bisogna anche trovare nuove soluzioni. Fino a questo momento, i turnover in campionato non hanno dato i propri frutti: anzi, forse hanno finito con il rallentare i movimenti nello scacchiere di Inzaghi.

Tuttavia, le rotazioni saranno di fondamentale importanza per questa stagione. Gli impegni saranno decisamente più numerosi ed occuperanno buona parte dell'anno calcistico, lasciando poco tempo per il riposo e il recupero dei giocatori.

Per il tecnico piacentino dell'Inter, le soluzioni stanno nel mezzo - come ci ha abituato la scorsa stagione. Turnover sì, ma ragionato e con il contagocce: in tal modo, ruotando di volta in volta le pedine, si intaccherà poco il gioco proposto da Inzaghi, non stravolgendo tutti gli interpreti.

I ricambi dei titolari sono certamente di livello, tuttavia, non sono tutti all'altezza di poter sostituire completamente l'intera formazione tipo, anche per via di caratteristiche individuali che differiscono, sia sul piano tecnico quanto su quello tattico.

In particolare, il reparto di centrocampo è quello più delicato in materia di rotazioni. Due centrocampisti come Nicolò Barella e Hakan Calhanoglu hanno delle qualità uniche che li rendono essenziali e insostituibili al cento per cento dai due ricambi - comunque di grande livello - come Davide Frattesi e Kristjan Asllani. Proprio Barella, inoltre, sarà indisponibile per tre settimane e ritornerà alla corte di Inzaghi solo dopo la prossima sosta delle nazionali.

L'Udinese sarà un altro banco di prova per questa Inter, che deve leccarsi le ferite e le scottature del derby perso: andare avanti per il bene della stagione, facendo leva sul gruppo e sulla fiducia reciproca. Bisogna ritrovare la dimensione di squadra vera, quell'armonia che ha portato i nerazzurri a conquistare lo storico Scudetto della seconda stella. La stagione è ancora lunga e l'Inter avrà bisogno di tutti per poter fare un grande percorso (che si vinca o che si perda).

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