Sarò onesto, attendevo Inter-Udinese con un pizzico di ansia e preoccupazione per una serie di ragioni sopratutto storiche. L’Udinese negli anni è sempre stata una squadra ostica per i nerazzurri e ci ha sempre dato del filo da torcere. Mettiamoci poi anche l’ennesima vittoria della Juventus di corto muso ed ecco che la gara di questa sera aveva tutti i presupposto della classica “trappola”. Invece mi sono dovuto ricredere. È stata una delle gare più belle della stagione frutto di un primo tempo straordinario, bellissimo, divertente. L’Inter è scesa in campo vogliosa, cattiva, con quella forza necessaria ad annichilire l’avversario. I primi 45 minuti sono stati un monologo nerazzurro che hanno realizzato un’infinità di occasioni ed è stato quasi un miracolo per l’Udinese subire le tre reti solo sul finale di primo tempo. Una squadra perfetta, compatta, con tutti che si aiutano. Bisseck è sembrato un veterano ed ha già conquistato la simpatia del pubblico mostrando di poter essere una valida alternativa. Il centrocampo funziona che è una meraviglia grazie anche ad un ritrovato Barella. I due esterni, Dimarco in particolare, macinano chilometri creando superiorità numerica. In attacco la coppia Lautaro-Thuram si mostra più affiatata che mai. Dopo  un primo tempo scoppiettante con il risultato in cascina, la ripresa è stata di controllo e la rete di Lautaro del 4-0 la ciliegina sulla torta di una vittoria straordinaria. L’Inter trova così la 12a vittoria su 15 partite con 37 gol fatti e 7 subiti oltre al 10° clean sheet. Insomma una vera e propria macchina da guerra. La differenza palpabile oltre che nella qualità di gioco incredibilmente migliorata rispetto alla scorsa stagione, è la forza mentale ad impressionare, la consapevolezza della propria forza. L’Inter quest’anno raramente sbaglia approccio alla gara e raramente si demoralizza dinnanzi alle difficoltà. Si mostra molto più brava a gestire la pressione e anzi sembra addirittura esaltarsi nelle difficoltà. Non c’è dubbio che la finale di Champions dello scorso anno abbia dato una consapevolezza nei propri mezzi incredibili ai calciatori ma gran parte dei meriti non possono che essere di Simone Inzaghi. Inter e Juventus sono due squadre diametralmente opposte che si ritrovano in fuga e in lotta per lo scudetto. Da un lato il cinismo e il pensiero solo alla vittoria senza importarsi dei mezzi, dall’altro il bel gioco, il dominio, lo spettacolo. Non c’è dubbio che preferiamo i secondi.

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Alessandro "Spillo" Altobelli