San Siro
San Siro

Editoriale a cura di Flavio Verzola.

Quelle domeniche in cui l'Inter non c'è, e la Nazionale una spada sulla testa, tra infortuni scongiurati e viaggi intercontinentali, speriamo solo che i nostri ragazzi non si stanchino troppo, perché la salita è lunga e tortuosa. Quelle domeniche che sembrano quelle di Celentano in Azzurro e neanche un prete per chiacchierar... e allora io quasi quasi prendo il treno e vengo…Vengo da te. Il treno dei ricordi il treno di ritorno al futuro che mi trasporta nel magico 1971!

 1..9..7..1, numeri imperfetti che si rincorrono, gioiosi e irriverenti come gattini alla scoperta del mondo. Nei corsi e ricorsi storici troviamo similitudini affascinanti, che si prestano anche a forzate malinconie del nostro inarrestabile divenire, e quando gli anni si accumulano, i ricordi acquistano luce propria e nuovo vigore. Nei primi anni 70 mi affacciavo al mondo con la grande esperienza dei miei sei anni compiuti, che mi autorizzavano ad una delle scelte fondamentali della mia vita, una scelta che tutt'ora mi porto dietro con onore e fatica, con reflussi gastrici e tachicardie varie, con umori variabili da gioie infinite e amare batoste.... Continuare la tradizione paterna del nerazzurro, o magari virare per le sponde blucerchiate della genovesita' di mamma? Il dubbio non c'è mai stato, nemmeno nelle estati al mare dai nonni, facendo colazione con caffelatte e focaccia con le cipolle e trenette al pesto a pranzo... Il nerazzurro mi aveva già reso perdutamente innamorato. Quella squadra vincente del Presidente Fraizzoli, protagonista del sorpasso al Milan, con Gianni Invernizzi allenatore, che aveva sostituito Heriberto Herrera dopo un derby perso, era stata determinante nella mia scelta, speranzosa di futuri e continuati successi come in quell'anno magico! Non fu certo cosi, cinquantatre anni tribolati ed esaltanti, tra sogni infranti e speranze disattese, tra campioni presunti e bidoni effettivi, ma anche con memorabili vittorie e fuoriclasse indimenticabili. Mai messo in discussione tale decisione da bimbo, estasiato dalla potenza di Boninsegna, dalle parabole di Corso, dall'arcigno Burgnich, dalla classe di Mazzola e Facchetti, dalla generosità di Oriali, dalle sgroppate di Jair e anche dalla grinta e dalla caparbietà di Mauro Bellugi, uno che ha fatto del " Non mollare mai" una ragione di vita! Ci sono giocatori che indossano la maglia di chi li paga, con rispetto e professionalità, ma la cambiano senza il minimo strascico emotivo, altri invece pur cambiandola, non se la tolgono mai. Il nerazzurro diventa una seconda pelle, un tatuaggio del cuore, un amore indissolubile e inossidabile, passano da calciatori a tifosi, e non cambieranno mai, qualsiasi cosa succede nella loro vita...

Ma torniamo nel magico viaggio all'anno 1971 in cui tutto cominciò

Gustavo Thoni vince la sua prima coppa del mondo di Sci, mentre Eddy  Merchx stravince il Tour de France... Un cannibale, mentre Jacky Ickx vince il gran premio d'Olanda su Ferrari.

La politica italiana è scossa dai primi attentati dinamitardi delle Brigate Rosse, mentre Leone e' presidente della Repubblica, ma non rende certo giustizia al proprio nome. Siamo in pieni anni di piombo, un drammatico strascico del 68, contraddistinto da lotte armate e terrorismo. Si guardava ancora la televisione in bianco e nero, anche famose serie nate nel 1971, riviste poi a colori negli anni successivi, tranne Arsenio Lupin, famosissimo ladro, che giustamente rimase in bianconero. Mentre Hawaii squadra cinque zero, e un fantastico UFO, vero cult per i nerds come me.... chi non si è innamorato delle sexy girls spaziali dal caschetto viola di base Luna? 

Al cinema esce "Giù la testa" di Sergio Leone e "007 una cascata di diamanti" con il mitico Sean Connery, mentre a Sanremo trionfa Nicola di Bari in coppia con Nada, il brano è " il cuore e' uno zingaro" , singolare che dopo mezzo secolo uno "zingaro" ritorni proprio al festival della canzone italiana! 

La musica esplode in un anno forse irripetibile per capolavori espressi, allora ero troppo piccolo per apprezzarli, ma sono alla base delle mie scelte presenti, passate e sicuramente future! I Beatles si sono appena sciolti tra beghe in tribunale per la spartizione dei diritti, John Lennon non perde tempo, e scrive Imagine, mentre i Rolling Stone cantano Brown Sugar, David Bowie ci stupisce con Life on Mars, Marvin Gaye ci accarezza con What's Going on, e i Doors pubblicano L.A. Woman, giusto tre mesi prima della prematura scomparsa di Jim Morrison. Ma non finisce qui, Jethro Tull con "Aqualung", i Pink Floyd con "Meddle", Yes con "Fragile", e i Led Zeppelin con il fantastico "IV", Emerson Lake & Parmer con "Tarkus", e giusto per non farci mancare nulla, nel novembre 1971 arriva "Nursery Cryme" dei Genesis... Insomma che dire, abbiamo vissuto di rendita per molto tempo a seguire, con la produzione musicale di quell'anno mitico. E se la musica ci stimola a fare l'amore, in quell'anno venne anche legalizzata la pillola anticoncezionale, mentre Paolo VI accetta finalmente la  legge sul divorzio approvata un anno prima dallo stato italiano! 

Un anno difficile quanto esaltante, un anno di svolta e di sorpasso! Era il 7 marzo e si giocava il Derby di ritorno, San Siro gremito e pulsante, loro avanti di tre punti, in caso di vittoria loro, nei due punti per vittoria di allora, forse la distanza sarebbe stata incolmabile. E invece una rasoiata bassa e beffarda di Corso trafigge chirurgicamente Cudicini, il ragno nero ... Mica uno qualsiasi, uno a zero per noi.... Alla mezzora circa del primo tempo Jair strappa e crossa per Bonimba che appoggia in mezzo dove accorre Mazzola, che sempre di testa insacca. Rimarrà così fino alla fine, andammo ad un solo punto, ma la testa era già da primato. Infatti dopo una lunga cavalcata, ci fu il sorpasso e portammo a casa il tricolore, per la gioia incontenibile di tutto il popolo nerazzurro!

Dopo 53 anni di incondizionato amore nerazzurro, di delusioni cocenti, di sfolgoranti vittorie. Anni di chilometri, panini, birre e caffè, anni di abbracci e di amici veri, quelli che ancora mi sopportano e quelli persi per strada e presenti nei nostri cuori, ogni volta che dalle scale entriamo nel secondo rosso. Chi se lo immaginava quando a sei anni indossavo con smisurato orgoglio la maglia di Roberto Boninsegna... ora mentre ci abbracciamo per un gol di Lauti o di Tikus... torniamo i bambini di allora... nel miracolo del calcio. Che questa settimana passi presto, perché quando ci sei, una continua sofferenza, quando non ci sei... una sofferenza doppia. C'è solo l'Inter! Marcia Avanti.

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