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Flop Saudi Pro League. Se l’orologio del calciomercato venisse portato a ritroso di un anno, la Saudi Pro League veniva proclamata come nuova terra dell’oro del calcio mondiale. In questo stesso periodo, gli sceicchi arabi erano in piena forma nello staccare profumati assegni per rendere la propria campagna acquisti straordinaria. Nomi altisonanti come Neymar, Mané, passando per Benzema, Milinkovic-Savic, Kanté e l’ex nerazzurro Brozovic, sembravano aver reso il calcio come nuova potenza calcistica. A distanza di 12 mesi, però, il panorama è cambiato drasticamente. Nonostante l’impegno profuso e le ingenti somme investite per attirare altri campioni dalla vecchia Europa, molte di queste proposte sono state rifiutate. 

Per me è no

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Un esito sicuramente non previsto dai club arabi, che a suon di milioni sono soliti corteggiare, spesso al rialzo, quei giocatori arrivati a un determinato punto della carriera Esempi ultimi sono sicuramente Paulo Dybala, che ha rifiutato di trasferirsi in Oriente, rinunciando a un contratto da 80 milioni in tre anni, ma anche altri frequentatori della Serie A quali Kostic e, non ultimo, Victor Osimhen, mai convinto fino in fondo del progetto arabo. Tutti rifiuti che hanno tarpato le ali dell’entusiasmo ai ricchi sceicchi e reso la seconda sessione estiva di calciomercato meno brillante di quanto i club della Saudi Pro League sperassero e le ragioni sono molteplici. 

Per molti calciatori e le loro famiglie, trasferirsi in Arabia Saudita, sebbene i VIP possano godere di uno stile di vita lussuoso nel paese, è difficile a causa delle differenze culturali e delle restrizioni rispetto a stili di vita più liberali. Inoltre, il divario sportivo tra la Saudi Pro League e i principali campionati europei, in cui emerge la presenza della nuova Champions League, è ancora evidente e un cambio di maglia verrebbe percepito come un declassamento. Perciò, il progetto calcistico saudita oggi è notevolmente ridimensionato e le prove sono la mancanza di attrazione: niente tifosi appassionati, stadi semi vuoti e sempre meno sponsor sono ulteriori ostacoli alla crescita della lega.

Summit in progress

Di fronte a questa situazione, l'Arabia Saudita ha deciso di cambiare strategia. Il Ministero degli Investimenti e dello Sport saudita ha annunciato che si rivolgerà ai grandi del calcio europeo con l'obiettivo di attirare imprenditori e competenze occidentali per valorizzare il proprio pallone in patria e creare una vera sfida tra proprietà differenti, aumentando la competitività della massima serie araba.

Il primo passo di questa nuova strategia si concretizzerà in una serie di incontri che il Ministero degli Investimenti e dello Sport saudita ha pianificato in varie città europee. Secondo quanto riportato da La Repubblica, tra le tappe previste ci sono Stoccolma, Monaco di Baviera e Milano. Nel capoluogo lombardo, in particolare, sono previsti summit giovedì e venerdì, con la partecipazione di manager di club europei e rappresentanti di fondi di investimento e tra i cui invitati figurano anche Inter e Milan, insieme a numerosi imprenditori italiani. Solo il tempo dirà se questa nuova strategia avrà successo, ma è chiaro che l'Arabia Saudita è determinata a non fermarsi e a continuare a lottare per diventare una delle grandi potenze del calcio mondiale.

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