Marco Branca Intervista Inter. La lunga chiacchierata di Marco Branca ai microfoni di Gianluca Rossi TV inizia con una riflessione sul successo dell’Inter e sui titoli vinti tra il 2006 e il 2011. Secondo l’ex calciatore e dirigente nerazzurro, i titoli sono rimasti 15, ma durante quel periodo l'Inter si è affermata come la squadra con più trofei nel quinquennio. Un periodo che Branca ha vissuto con grande entusiasmo e soddisfazione.

Branca: “Dal mio esordio a San Siro fino al triplete…”

Riflettendo sul segreto di riuscire a mantenere la concentrazione su più obiettivi, Branca sottolinea che non si tratta di una questione fisica, ma di allenamento dell'ambizione. L’ambizione, secondo lui, si costruisce quotidianamente, stimolando se stessi con parole, atteggiamenti e comportamenti. Essere tra i primi, se non i primi, è un desiderio che si allena ogni giorno e si mantiene con una mentalità vincente.

Parlando dell’anno del Triplete, Branca racconta di come, a un certo punto, l’Inter stesse rischiando di perdere sia il campionato che la Champions League. La squadra era in difficoltà già nelle fasi iniziali della stagione, ma la forte ambizione e la professionalità personale permisero di reagire. Nonostante qualche giocatore avesse meno minutaggio, il gruppo era determinato a vincere in ogni partita, anche contro le squadre più piccole. Oggi, con la possibilità di effettuare cinque cambi, si ha la possibilità di mantenere in forma un numero maggiore di giocatori, ma alla fine, secondo Branca, l’unico allenamento che conta è la voglia incrollabile di vincere, una motivazione che porta al successo.

Riguardo alla stagione irripetibile del Triplete, l’ex dirigente nerazzurro osserva che nulla è veramente irripetibile: c’è sempre qualcun altro che, prima o poi, riesce a compiere imprese simili. Nonostante ciò, lui e i suoi compagni di squadra sono grati per aver vissuto quel periodo e sperano che altre stagioni altrettanto ricche di successi possano arrivare per l'Inter.

Attualmente, Branca ricopre il ruolo di direttore strategico in un’agenzia che gestisce giovani calciatori, e sebbene sia felice di quello che sta facendo, non esclude di tornare a lavorare in un club, se dovesse presentarsi un’opportunità interessante. I ruoli dirigenziali nel calcio, sostiene, sono sempre stimolanti, perché offrono una spinta diversa, ma la soddisfazione per il lavoro che sta svolgendo ora è grande.

Quando si parla dell’Inter del Triplete e di chi potrebbe giocare nell’attuale squadra, Branca si dimostra prudente, affermando che sarebbe difficile scegliere senza fare torto a chi ha dato tanto in quegli anni. Tuttavia, è convinto che l'Inter possa ripetersi anche in futuro, soprattutto in campionato, sebbene la Champions League possa essere più difficile da raggiungere.

Thiago Motta, ormai allenatore, non ha sorpreso Branca: il suo modo di giocare faceva già intuire che un giorno sarebbe diventato tecnico. Anche senza conoscerlo personalmente, osservando le sue qualità in campo, era evidente che fosse destinato a diventare allenatore.

Riguardo alla squadra attuale, Branca si dice convinto che l'Inter sia ancora tra le favorite, con Taremi che gli piace molto, e con la speranza che Marko Arnautovic, dopo aver avuto qualche problema fisico, possa restare in forma. Lautaro Martinez e Thuram sono due giocatori molto forti, e se continueranno a mantenere alta l’ambizione, potrebbero essere protagonisti anche quest’anno.

Chiosando sui suoi vecchi colpi di mercato, Branca esprime soddisfazione per i giocatori che ha portato all'Inter, come Pandev, ma anche per quelli che, pur avendo incontrato difficoltà iniziali, hanno avuto una carriera di successo, come Arnautovic. Seppure all'inizio non maturo, Arnautovic ha avuto una carriera importante, e Branca spera solo che non si faccia più spesso male.

Infine, parlando delle operazioni più difficili, Branca ammette che non sono state sempre facili, ma alla fine, con il giusto lavoro di squadra, le cose sono sempre andate per il meglio. Non ha rimpianti particolari, poiché quando non è stato possibile realizzare un'operazione, spesso si è rivelato un bene non portarla a termine. A volte, dopo qualche mese, si capisce che quella decisione era la migliore.

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