Massimo Moratti
Massimo Moratti

Massimo Moratti intervista Libero. La partita contro il Milan è stata un chiaro promemoria di quanto il calcio possa essere imprevedibile e pieno di sorprese. Un episodio che, tuttavia, non mi porta a pensare che le gerarchie in campo siano cambiate". Così Massimo Moratti esordisce nell'intervista concessa a Libero.

"Non era prevedibile, e sono convinto che nessuno, tra giocatori, dirigenti e tifosi, se lo aspettasse “ continua Moratti.  “Il Milan ha meritato la vittoria giocando un’ottima gara, ma questa sconfitta può rivelarsi utile per l’Inter. Siamo solo all’inizio della stagione, perdere qualche punto non è un dramma. Questa battuta d’arresto può servire alla squadra per capire qual è l’approccio mentale giusto da adottare quando si raggiungono certi livelli. La rosa è di qualità e l’allenatore è molto preparato. Lo avevano dimostrato pochi giorni prima a Manchester. Non bisogna abbattersi, a patto che questa lezione venga assimilata e sfruttata nel modo giusto".

Moratti: “Calendario intenso, ma l’Inter ha potenziale…”

Un giocatore in difficoltà è il capitano, Lautaro Martinez. "È un ragazzo molto serio, e il mio consiglio è di non farsi sopraffare da preoccupazioni per un momento che è solo passeggero. Se si lascia condizionare, rischia di entrare in una spirale negativa. Deve ritrovare serenità e giocare con quella gioia che lo contraddistingue. Il calendario? Quest'anno è davvero intenso: ci sono tantissime competizioni e si aggiunge anche il Mondiale per Club. Diventa una maratona estenuante e rischiosa. L’unico aspetto positivo è che ci sono partite ogni giorno, ma questo porta anche a situazioni paradossali: come è accaduto all’Inter, si può passare dall’essere considerati la squadra più forte del mondo, dopo una prestazione brillante contro il City, a essere visti come deboli, dopo una sconfitta nel derby. È quasi comico".

Durante la chiacchierata, Moratti ha espresso apprezzamento per un giovane giocatore. "Di recente ho visto Urbanski e devo dire che mi ha colpito molto: sembra davvero talentuoso". Parlando del mercato dell’Inter, ha aggiunto: "Non si può prescindere dalla base di partenza: la squadra ha vinto il secondo scudetto giocando un gran calcio. L’Inter ha almeno 18 giocatori di livello assoluto e ha rinforzato ulteriormente la rosa, con l’arrivo di elementi validi come Taremi, che trovo molto interessante".

L’ex presidente ha poi ricordato la sua decisione di cedere il club. "Non avevo alternative. Essendo anch'io un tifoso, mi sarebbe stato troppo difficile adottare una gestione basata sul risparmio. Ho accettato le mie perdite senza gravare sulla società, ma col tempo sarebbe stato sempre più complicato".

Nel corso dell'intervista, Moratti ha anche ripercorso i grandi campioni visti da vicino, sia come presidente sia quando la società era nelle mani del padre, Angelo. "È difficile creare un undici ideale. Ronaldo è un giocatore che non può essere escluso da nessuna parte, perché è stato il più grande talento che abbia mai avuto all’Inter. Ma una volta messo lui, diventa complicato scegliere tra le diverse epoche. Metterei sicuramente Picchi, perché era un difensore straordinario, con un’intelligenza tattica fuori dal comune, e con lui anche Facchetti e Zanetti. Ogni giocatore mi ha regalato emozioni uniche: penso a Cambiasso, che era un centrocampista eccezionale, o a Sneijder, che ha dato velocità a tutta la squadra. Ma i due più grandi centrocampisti che abbia mai visto sono stati Suarez e Corso: ho una loro dedica personale che conservo con affetto, ricevuta ancor prima di diventare presidente".

Guardando all’Inter attuale, Moratti conclude: "Bisogna tener conto della nuova formula della Champions League, ma se la squadra saprà gestire bene la condizione fisica con il numero incredibile di partite che l’attende, ci sono tutte le potenzialità per continuare a vincere".

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