Sacchi
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Arrigo Sacchi torna a parlare della Serie A attraverso le pagine della Gazzetta dello Sport. Intervistato dal quotidiano sportivo, Sacchi ha espresso la propria opinione sul campionato italiano che prende il via oggi. 

Le parole di Sacchi sulla Serie A 2024/2025

Il tecnico di Fusignano considera la squadra di Inzaghi la più forte e favorita per la vittoria finale, ma sottolinea la necessità di un ulteriore passo avanti nel gioco.

"Non vedo debolezze nella squadra. Sarebbe problematico se i giocatori pensassero di aver già raggiunto l'obiettivo e non mettessero la stessa determinazione della scorsa stagione. Ma non credo che accadrà. Se l'Inter riuscirà a fare un ulteriore salto di qualità nel gioco, sarà in una posizione di grande vantaggio."

Chi sono le squadre più vicine all'Inter?

"Milan, Juve e Napoli. Dal Milan mi aspetto un pressing più intenso quando gli avversari hanno il possesso palla, e una grande abilità nel muoversi velocemente, aggredendo gli spazi. Questa è la strada giusta per diventare una squadra moderna. La Juve ha intrapreso un nuovo percorso, e sono curioso di vedere come si comporterà Thiago Motta. Riuscirà a confermarsi? Il Napoli, invece, ha ancora bisogno di interventi sul mercato per completare la squadra."

Milan, Juve e Napoli hanno cambiato allenatore. Chi riuscirà a incidere più rapidamente?

"Conte è un tecnico esperto che ha già dimostrato di essere ai massimi livelli. Potrà avere un grande impatto, ma dipenderà anche dai giocatori che avrà a disposizione. Attualmente ne ha solo 12 o 13, che sono pochi. Thiago Motta è uno stratega, ma non sono certo che riuscirà a ripetere la stagione di Bologna alla Juve. Fonseca, che arriva da due stagioni in Francia, non ha lasciato il segno. La vera domanda è: riuscirà a integrarsi al meglio nell'ambiente Milan?"

Ci saranno importanti novità tattiche?

"Spero che aumentino gli allenatori strateghi, quelli che non si limitano a difendere e ripartire, ma che lavorano per costruire una squadra in cui tutti i giocatori sono coinvolti nell'azione. Se guardiamo all'albo d'oro della Champions, i vincitori sono sempre allenatori strateghi, non solo tattici."

Cosa spera di vedere in questo campionato?

"Vorrei vedere un gioco armonioso, bello, veloce, con onestà in campo e correttezza nei comportamenti di giocatori, allenatori e dirigenti. È necessario più rispetto in questo ambiente. Non si può più tollerare vedere gli arbitri accerchiati dai giocatori. Serve maggiore rispetto."

Cosa ci ha insegnato l'Europeo e quale lezione dobbiamo trarne?

"Una lezione semplice, ma che in Italia fatichiamo a mettere in pratica: si vince con il collettivo, non con i singoli. Se hai un gioco e una squadra che si muove in modo armonico, sei sulla buona strada. Serve poi grande spirito di sacrificio e forti motivazioni."

Quanto influiranno le competizioni europee?

"Incideranno molto. Soprattutto prima di una partita internazionale, le energie si esauriscono: si pensa a quell'impegno e diventa difficile concentrarsi totalmente sul campionato. E dopo le sfide europee, spesso, bisogna fare i conti con gli infortuni. Il problema è che si gioca troppo, non c'è abbastanza tempo per allenarsi adeguatamente. Bisogna trovare un equilibrio, perché altrimenti ne risente lo spettacolo. E se lo spettacolo cala, il pubblico si stanca e l'interesse diminuisce."

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