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Ex nerazzurri Vieri. I gol sono ciò che definisce la storia di un attaccante durante il corso della propria carriera e quelli realizzati Christian Vieri con l’Inter sono stati tanti, belli, segnati con una continuità impressionante, dall’inizio fino all’ultimo giorno in maglia nerazzurra. Centravanti potente e dotato di grande forza fisica, Tritolone era anche molto veloce in progressione e straordinariamente efficace nel gioco aereo e, paragonato a Giorgio Chinaglia, nonostante il suo fisico massiccio, era sorprendentemente opportunista, una qualità spesso associata ad attaccanti più agili. Il suo potente e preciso sinistro gli permetteva di essere pericoloso non solo in area con una capacità di segnare che lo ha reso uno degli attaccanti più completi e temibili della sua generazione.

Coppia da sogno

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Nato a Bologna il 12 luglio 1973, l'infanzia di Christian Vieri viene segnata dall’emigrazione in Australia, dove seguì il padre Roberto, detto Bob, anch’egli calciatore. Inizialmente appassionato di cricket, sport molto popolare in Australia, Vieri cambiò presto direzione e si dedicò al calcio, deciso ad arrivare a giocare in Serie A, ambiente frequentato dal padre con le maglie di Sampdoria, Juventus, Roma e Bologna in cui realizza 14 gol in 105 presenze. Fu un percorso difficile, pieno di sacrifici e lontananze dalla famiglia, ma alla fine raggiunse il suo obiettivo, diventando uno degli attaccanti più prolifici del calcio italiano.

Dopo aver esordito nella stagione 1991-1992 con sette presenze e due reti con il Torino, la sua avventura a Milano iniziò il 29 agosto 1999, dopo un continuo girovagare tra Italia e Spagna dove, dal 1995 veste le maglie di Atalanta, Juventus, Atletico Madrid e Lazio, sfiorando lo Scudetto con quest'ultima e vincendo una Liga e uno Scudetto, oltre a una Supercoppa Europea e una Coppa Intercontinentale con la Vecchia Signora. Il debutto in nerazzurro è qualcosa che si può tradurre con una sola parola: devastante. In un San Siro carico di aspettative e riempito da settantamila tifosi sugli spalti, sognanti la coppia d’attacco stellare, Ronaldo-Vieri, che nella partita d'esordio (29 agosto 1999) contro il Verona, finalmente prese vita, sebbene per pochi minuti. Vieri fece saltare col tritolo l'area scaligera con una prestazione da 10 in pagella. Quella che sembrava essere l'inizio di un cammino costellato di gol e trofei, molto presto iniziò a prendere una piega inaspettata; dapprima l'infortunio di Ronaldo, che tagliò fuori il Fenomeno fino alla tragica sera del 12 aprile 2000 in cui si infortunò nuovamente, e lo scarso impiego di un altro fuoriclasse come Roberto Baggio limitarono le potenzialità offensive dell'ariete nerazzurro che chiude la stagione con 25 presenze e 18 gol.  

Nonostante il talento e i gol a ripetizione, la carriera di Vieri all’Inter fu anche segnata da momenti difficili. La tanto attesa collaborazione con Ronaldo si concretizzò solo in 11 partite, per un totale di 667 minuti in cui i due condivisero il campo. Nonostante ciò, in quel breve periodo segnarono 18 gol in coppia, dimostrando quanto avrebbero potuto essere devastanti insieme se non fosse stato per gli infortuni. Durante il suo periodo all'Inter, Vieri riuscì a conquistare solo un trofeo, la Coppa Italia 2004-2005, in cui segnò tre reti, due delle quali decisive in semifinale.

Gol iconici

I tifosi interisti ricordano Bobo per la sua lunga lista di gol emblematici. Dalla tripletta contro il Verona nel giorno del debutto, al gol nel derby del 2001-2002, passando per le battaglie contro il Valencia nei quarti di Champions League e prodezze varie che gli hanno permesso di realizzare oltre cento reti con la maglia della Beneamata. Indimenticabili anche le sue esultanze: la maglia tolta, la grinta dopo la rimonta sulla Sampdoria e la corona simbolica messa sulla testa per festeggiare i 100 gol in nerazzurro il 6 gennaio 2004 nella gara contro il Lecce.

Con la maglia dell'Inter, durante anni travagliati fatti di pedinamenti e altre vicende giudiziarie che avevano intaccato i rapporti. in cui anche i rapporti con il Presidente Massimo Moratti, che tanto lo aveva voluto e che era stato capace di staccare un assegno di 90 miliardi di lire, Vieri costruì una carriera straordinaria, giocando per sei stagioni dal 1999 al 2005. In 190 partite con i nerazzurri, segnò 123 gol, diventando il nono miglior marcatore nella storia del club, senza però riuscire a vincere trofei significativi con l'Inter. La sua media realizzativa fu impressionante: 0,65 gol a partita. In Serie A, Vieri mise a segno 103 reti, a cui si aggiungono 8 gol in Coppa Italia, 6 in Champions League e 5 in Coppa Uefa. Mai una stagione sotto i 17 gol: il 2002-2003 fu il suo anno migliore, con 27 reti in 37 presenze, un bottino che gli valse il titolo di capocannoniere in Serie A e, anni dopo, l’ingresso nella Inter Hall of Fame, nonostante il turbolento passaggio al Milan nell'estate 2005 caratterizzato da un curioso retroscena come dichiarato dall'interessato durante un'intervista: “Ero arrabbiato con il direttore e con la società, quindi ho deciso di andarmene. Cosa mi aspettavo? Una telefonata dal presidente che mi dicesse: ‘Resta con noi’, e sarei rimasto senza pensarci. Ma quella chiamata non è mai arrivata. Giocavo meno e c'era un direttore, di cui non faccio il nome, che ha avuto la sua parte in questa situazione. Così ho chiamato il mio procuratore e gli ho detto di chiedere al Real Madrid se avevano bisogno di me. La risposta è stata negativa. Poi è arrivata l'offerta del Milan, e sono andato subito, anche per dare fastidio all’Inter e per continuare a giocare in una grande squadra. All’Inter mi sono trovato bene, ma non è che andando via non posso più giocare a calcio".