Inter Martinez spagnoli nerazzurri. Di Martinez, il mondo ne è pieno, specialmente in quelle terre dove la lingua di Miguel de Cervantes, scrittore, poeta, drammaturgo e militare spagnolo, conosciuto per essere l'autore del romanzo Don Chisciotte. In Serie A, il più noto è sicuramente il capocannoniere del campionato, il capitano dell'Inter Lautaro, ma un altro Martinez potrebbe presto unirsi alla squadra di Simone Inzaghi. Se la trattativa tra Inter e Genoa, imbastita da settimane, dovesse andare a buon fine Josep Martinez, il portiere che ha brillato quest'anno difendendo la porta del Grifone, andrebbe ad arricchire la batteria di giocatori spagnoli che nel corso della centenaria storia dell'Inter hanno indossato la maglia nerazzurra.

Inter, te quiero

Come sembra probabile in questo momento, Josep Martinez è molto vicino a vestire il nerazzurro dalla prossima stagione. La dirigenza dell'Inter lo ha individuato come il sostituto ideale di Sommer, con l'idea di fargli fare un anno di gavetta come secondo dell'estremo difensore ex Bayern, 35 anni, prima di prenderne il posto da titolare in futuro. La strategia dell'Inter di puntare su giovani talenti con potenziale per il futuro andrebbe ad assicurare al contempo una solida copertura per il ruolo di portiere, per cui la scorsa stagione si è rischiato di andare lunghi. Il 26enne cresciuto nella cantera del Barcellona nasce in Spagna, ad Alzira il 26 maggio 1998 e Josep, spagnolo, proveniente da una nazione che non ha una grande tradizione nel club Campione d'Italia, sarebbe il sesto giocatore spagnolo a varcare i cancelli di Appiano Gentile. In ordine cronologico, il primo spagnolo dell'Inter, e il più amato in assoluto, è stato Luis Suarez. Soprannominato "L'Architetto" e legato a Milano fino alla sua scomparsa nel luglio 2023, ha giocato dal 1961 al 1970, accumulando oltre 300 presenze e 55 gol. Cuore della "Grande Inter" di Helenio Herrera, vinse tre Scudetti, due Coppe dei Campioni e due Coppe Intercontinentali. Arrivato dal Barcellona con un Pallone d'Oro (1960), è stato un centrocampista straordinario, che eccelleva sia da mezzala sia come regista. Appesi gli scarpini al chiodo, dopo l'esperienza alla Sampdoria, è stato anche allenatore dell'Inter, con meno successo, nella stagione 1974-1975, da gennaio a maggio 1992 e ad interim nel 1995 sotto la presidenza di Massimo Moratti. La militanza di Luisito all'Inter ha visto anche la presenza di un secondo spagnolo, Joaquin Peiró, che ha giocato con la Beneamata dal 1964 al 1966. Arrivato dal Torino per rafforzare l'attacco, avrà molte meno fortune del compagno iberico; non diventerà mai un titolare fisso, complici i limiti sugli stranieri imposte dalle regole federali dell'epoca e segnerà poco (8 reti in Serie A, 16 totali con l'Inter), ma verrà ricordato per sempre per essere stato l'ideatore del rapinoso gol nella semifinale di ritorno di Coppa dei Campioni contro il Liverpool nel 1965, quando rubò letteralmente il pallone al portiere Tommy Lawrence per segnare un gol decisivo per il passaggio alla finale. Due anni dopo, Peiró passerà alla Roma dove diventerà il capitano.
I caldi colori della bandiera spagnola, per oltre 30 anni smettono di sventolare dalle parti di Appiano Gentile. Per vedere un altro nativo della penisola iberica all'Inter bisogna aspettare l'ingaggio di Javier Farinos, arrivato nella stagione 2000-2001 dal Valencia per 36 miliardi. Agli ordini prima di Lippi, poi di Tardelli fino ad arrivare al suoi mentore Hector Cuper, il classe 1978, valenciano doc, gioca tre stagioni con l'Inter, intervallate da un anno in prestito al Villareasl, prima di partire per Maiorca nel 2003. Farinos, ai più, è ricordato ancora oggi per aver giocato in porta gli ultimi minuti dei quarti di finale della Coppa Uefa 2001-2002 contro il suo Valencia, mantenendo la rete inviolata dopo l'espulsione di Francesco Toldo. Rimarrà forse l'unica soddisfazione perché non conquisterà nessun trofeo in Italia. Il quinto spagnolo a vestire il nerazzurro è Martin Montoya, arrivato in prestito oneroso dal Barcellona per 1,3 milioni di euro nella stagione 2015-2016. Di ruolo terzino destro, uscito dalla cantera blaugrana, non trova spazio nella squadra di Roberto Mancini, disputando solo quattro partite e tornando al Camp Nou nel gennaio 2016, venendo poi girato al Betis Siviglia.  La scarsa fortuna dei giocatori spagnoli all'Inter si interrompe con Borja Valero, amato dai tifosi per classe e dedizione e arrivato nel 2017 dalla Fiorentina per 5,5 milioni di euro. Il centrocampista iberico, classe 1985, pur essendo nella fase calante della carriera, ha offerto esperienza e qualità fino al 2020, contribuendo alla ricostruzione della squadra che vincerà poi lo scudetto l'anno successivo. Anche se non vince trofei, è fondamentale per lo spogliatoio, specialmente con il ritorno in Europa con Luciano Spalletti in panchina. In tre stagioni a Milano, Borja Valero totalizza 100 presenze e quattro gol in Serie A, prima di tornare in Toscana.
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