Lautaro Martinez Inter
Lautaro Martinez

Quella che si giocherà domenica notte tra Argentina e Colombia (02:00 ora italiana, 20:00 ora locale), sarà la decima finale disputata da Lautaro Martinez negli ultimi 4 anni, sommando quelle con l'Inter e quelle con l'Argentina. 4 anni in cui il mondo del “Toro” è radicalmente cambiato: ripercorriamo insieme le tappe di questo splendido percorso.

Da Colonia a Miami Gardens: la maturazione del Toro

La storia che stiamo per raccontare ha un comun denominatore: la rinascita. Rinascita che fa da seguito ad una caduta fragorosa. Quella di Lautaro, negli ultimi 4 anni, è una storia continua di cadute fragorose e rinascite trionfali. Tutto parte una sera di fine agosto del 2020, quando a Colonia l'Inter perde un'Europa League che sembrava già vinta. Il numero dieci, dopo la grandissima prestazione in semifinale contro lo Shaktar Donetsk, è impalpabile. Le critiche non tardano ad arrivare, tra chi lo accusa di discontinuità e chi di pensare al trasferimento al Barcellona, che sembra imminente. Poi però arriva la stagione 2020/2021: 19 goal, scudetto e risposta sul campo alle critiche.

Il momento più alto di quella stagione è la doppietta al Milan ne derby di ritorno, che spiana la strada verso il diciannovesimo tricolore. Ancora, però, il ragazzo di Bahia Blanca è considerato uno sparring partner dell'MVP Romelu Lukaku, che di lì a breve inizierà la sua telenovela in salsa Chelsea e chi più ne ha più ne metta. In quell'estate c'è anche il primo squillo con l'Argentina, con la vittoria della Copa America, che in casa Albiceleste mancava addirittura dal 1993. L'ex Racing Club è uno dei protagonisti del trionfo, mettendo a segno 3 reti. Proprio quando tutto sembra andare per il meglio, un altro tonfo: lo scudetto perso nel 2021-2022, al fotofinish, contro i cugini del Milan. 

Tornano le critiche da parte di chi non lo ritiene un leader dell'Inter, nonostante una stagione da 25 goal complessivi. Torna Lukaku, ma il belga questa volta non sarà il salvatore della patria (tutt'altro!). La stagione 2022/2023 è folle e rispecchia in maniera nitida questi 4 anni del “Toro”. A dicembre c'è la vittoria del Mondiale con l'Argentina, 36 anni dopo l'ultima volta. Un Mondiale in cui inizia il dualismo con Julian Alvarez e che non lo vede protagonista come ci si aspettava (anche a causa di un serio problema alla caviglia). 

A maggio c'è il goal nel ritorno dell'euroderby in semifinale, che proietta l'Inter in finale di Champions League ad Istanbul, 13 anni dopo l'ultima volta. L'istantanea dell'esultanza dopo il goal rimarrà una delle foto più iconiche della storia dell'Inter. 8 giorni dopo c'è la doppietta contro la Fiorentina che consegna all'Inter la nona Coppa Italia della sua storia. Il 10 giugno, a Istanbul, ci sono di fronte i marziani del Manchester City. L'Inter fa quel che può (e fa pure un figurone), il numero 10 nerazzurro ha sui piedi la chance dell'1-0 ma la spreca, il City segna ed il resto è storia (sorvoliamo sugli errori finali dell'ex figliol prodigo). Il leitmotiv è sempre quello: cadute e risalite continue, in un loop che sembra non avere fine. La stagione 2023/2024 è la prima per Lautaro come capitano dell'Inter. Le ferite dello scudetto 2022 e di Istanbul sanguinano ancora, l'unico modo per rimarginarle è vincere lo scudetto della seconda stella. 

Il “Toro” lo sa bene e dimostra la sua definitiva maturazione trascinando la squadra non solo coi goal, ma anche con leadership e carisma. Alla fine dell'anno sarà vittoria del tricolore nel derby in casa del Milan (con 5 giornate d'anticipo) e riconoscimento individuale come capocannoniere della Serie A con 24 goal segnati. Il rinnovo imminente lo renderà definitivamente la stella di un'Inter che non vuole più fermarsi. Prima, però, l'ennesima finale di questi anni: il bilancio fino ad ora parla di 7 vittorie (3 in Supercoppa Italiana, 2 in Coppa Italia, 1 Mondiale ed 1 Copa America) e 2 sconfitte (Champions League, Europa League). 

Domenica si ripresenterà il solito dualismo con Julian Alvarez, ma sono lontani i tempi delle tante ammonizioni per proteste e della gioventù calcistica. Il capitano nerazzurro ha ben chiaro il suo obiettivo: l'ottava finale in carriera vinta e la seconda Copa America con l'Argentina. Se non sarà da titolare poco importa, anche perchè nonostante l'alternarsi con il numero 19 del Manchester City, il “Toro” è al momento capocannoniere della competizione con 4 centri in 5 partite (2 da titolare, 3 da subentrato). Allora, dale Toro, tutto il popolo nerazzurro è con te!

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