Intervistato dalla GdS dopo il successo nel derby, Massimo Moratti parla dello scudetto: "La seconda stella nel derby è una bellissima cosa". Dopo la conquista della seconda stella da parte dell'Inter, l'ex presidente nerazzurro Massimo Moratti è stato intervistato dalla Gazzetta dello Sport per raccogliere le sue sensazioni dopo la vittoria del tricolore da parte della "sua" Inter. Moratti comincia l'intervista ricordando la vittoria della prima stella: "La prima stella arrivò in un periodo di grandi vittorie. Quando la vincemmo eravamo reduci dalla vittoria nella coppa Intercontinentale e da poco avevamo perso la finale di Coppa Campioni con il Real Madrid. Alzare i trofei era un'abitudine". Sono serviti 58 anni per arrivare alla seconda stella. Moratti la commenta così: "Al tempo eravamo i più forti ma vincere 10 scudetti non è facile. Senza la Juve ne avremmo sicuramente di più. Di quella squadra sono molto legato a Mario Corso e Giacinto Facchetti, un amico vero che mi manca molto". A Moratti inoltre è stato chiesto chi giocasse meglio tra la Grande Inter e l'Inter di Inzaghi: "L'Inter ti diverte sempre. Un paragone è impossibile, sono epoche troppo lontane, ma il calcio di Herrera era spettacolare. Andava in porta con tre passaggi".

Moratti: "Senza tutto quello che sappiamo saremmo a 25 scudetti"

Massimo Moratti A chi millanta che l'Inter abbia vinto 19 scudetti sul campo e non 20 Moratti risponde a tono: "Senza tutto quello che sappiamo potevamo già essere a 25 Scudetti. La seconda stella nel derby? Il derby è sempre speciale e l'Inter se decide di giocare bene non ce n'è per nessuno. La seconda stella nel derby è una gran bella cosa". Moratti ha chiuso l'intervista rispondendo ad una domanda su chi sia l'uomo simbolo dello scudetto 2023-24. Questa la sua risposta: "Io direi Barella perché è ovunque in campo. In realtà poi è di tutti, Mkhitaryan  Calhanoglu hanno fatto una stagione stupenda, Dimarco è un interista fatto e finito, Lautaro è una forza della natura".
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