Javier Zanetti, ex capitano ed attuale vicepresidente dell’Inter, è stato ospite nella giornata di ieri, domenica 19 Novembre, alla trasmissione televisiva Verissimo, su Canale5. Nella piacevole chiacchierata con Silvia Toffanin ha toccato vari aspetti della sua quotidianità, ricordando un po’ del suo passato.
50 anni di cui la maggior parte in Italia
Il 10 Agosto scorso Zanetti ha compiuto 50 anni, un’età che a suo dire non si sente per niente: “I miei 50anni? Sono felicissimo, mia moglie mi ha fatto una sorpresa portando tutti gli amici dall’Argentina; è stata una giornata speciale. Se mi sento l’età? Direi di no, per come interpreto la vita cerco sempre di essere positivo. Ho 50 anni ma dentro mi sento più giovane.”
Di questi 50 anni la maggior parte li ha vissuti proprio in Italia, un Paese che lo ha adottato e che non scorda di ringraziare: “Cos’ho di italiano? Tanto. Prima di tutto devo ringraziare questo Paese perché mi ha aperto le porte quando ero uno sconosciuto. Sono arrivato qui molto giovane, per me l’Italia è stata una grandissima opportunità, quella che sognavo da bambino quando giocavo con i miei amici. Quando è arrivata questa chance mi sono detto subito che non potevo lasciarmela scappare.”
Gli esordi e l’arrivo all’Inter
Ha raccontato delle difficoltà di inizio carriera e dell’inaspettata chiamata dell’Inter, club al quale ha letteralmente dato la vita:
“Fui scartato dall’Independiente, la squadra per la quale tifo; in quel momento a quell’età lì fu un momento di grande difficoltà. Però penso che le cose debbano succedere, perché fanno scattare qualcosa dentro di te. Mi sono messo a lavorare con mio padre, che faceva il muratore; lavorando con lui ho capito i tanti sacrifici che facevano i miei genitori per me e mio fratello, questo mi ha fatto crescere tantissimo. Inter? Giocavo nel Banfield, una squadra nemmeno troppo grande in Argentina; ricordo che ero in un’amichevole con la Nazionale in Sud Africa quando il ct Daniel Passarella mi chiamò per darmi una notizia.”
“Quando arrivai, mi mostrò un fax dove c’era scritto che l’Inter mi aveva comprato. Pensai che non fosse vero, un’opportunità così grande per me che ero a inizio carriera. Chiamai Paula e la mia famiglia per chiedere se fosse vero ed era così. Arrivai qui pieno di sogni e conscio di questa grandissima opportunità. Se mi manca il campo? Ormai sono passati tanti anni, sono sempre molto vicino alla squadra. Cerco sempre di contribuire anche da fuori, però questi momenti rimarranno per sempre”
La scomparsa della madre e la sua famiglia
Ha ricordato con grande commozione la madre, morta senza che Pupi avesse la possibilità di salutarla come avrebbe voluto per un’ultima volta:
“La scomparsa di mia mamma? E’ successo dopo la vittoria della finale di Coppa Italia col Palermo. Dopo i festeggiamenti, ricevetti un suo vocale dove era felicissima perché aveva visto la partita. Quella fu l’ultima volta che la sentii, la mattina dopo ebbi la notizia della sua morte. La vita ti dà a volte momenti di grande tristezza. Ha fatto tantissimo per me, mi accompagnava dappertutto ed era la prima a starmi vicino in ogni momento.”
“E’ morta dormendo, ricordo che mio padre non mi ha chiamato perché non riusciva a parlare e ha delegato una persona che era lì con loro. Sono riuscito a dirle tutto, ogni volta che parlavo con lei sapeva quello che provavo, ora protegge la mia famiglia dall’alto.”
Il suo presente è rappresentato dalla moglie Paula e dai figli, che definisce il suo “tutto“:
“Famiglia numerosa? Loro sono la mia vita, insieme a Paula sono tutto per me. Da quando mi alzo, quello che faccio e che farò sarà sempre per la loro felicità. La mattina ci alziamo cantando, Sol mette la musica e allora cantiamo ogni mattina. E’ un momento intimo nostro attraverso la musica. Nacho ha tanta passione per il calcio, gli auguro possa fare un percorso come il mio”