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giovedì, Aprile 24, 2025

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20 motivi per festeggiare lo scudetto secondo Beppe Severgnini

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Nella sua rubrica, Fotosintesi, Beppe Severgnini rende omaggio al ventesimo scudetto dell’Inter ottenuto nel derby contro i cugini del Milan lo scorso 22 aprile.

Dalle 22:43 di lunedì 22 aprile, l’Inter è campione d’Italia per la ventesima volta nel corso della sua storia: la vittoria in casa dei cugini rossoneri ha consegnato a Inzaghi non solo il sesto derby consecutivo, ma anche e soprattutto i 3 punti necessari perché la matematica consegnasse ufficialmente lo scudetto ai nerazzurri.

Nella sua rubrica Fotosintesi a CorriereTV, Beppe Severgnini rende omaggio al ventesimo scudetto dell’Inter.

Severgnini omaggia il ventesimo scudetto dell’Inter

Severgnini scudetto Inter

Dura poco più di 2 minuti il video di Severgnini nella sua rubrica per Corriere TV. Il giornalista esordisce dicendo: “Gli altri dicono che quest’anno non c’era storia e invece ce n’era una, e pure bella” e il primo nome che menziona è quello di Simone Inzaghi di cui dice “ha spesso perso la voce, mai la testa“, sottolineando la massima concentrazione del tecnico piacentino, l’umiltà e la convinzione nei propri mezzi e in quelli del gruppo anche quando il clima in casa interista sembrava tutt’altro che sereno. “Lautaro ha muscoli poetici, piedi letterari e una testa epica”: parole al miele per il capitano dell’Inter e capocannoniere di questa serie A, indubbiamente il primo volto a cui si pensa quando si parla di scudetto nerazzurro.

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La terza menzione è per il compagno del Toro, Tikus Thuram che “segna e sorride, sorride e segna“. A cascata poi, complimenti e apprezzamenti per ciascuno degli autori di questa seconda stella, secondo lo stile favolistico e poetico del saggista italiano. “Bastoni, Barella e Dimarco sono campioni e non rimpianti. Perché Dumfries arriva prima, a volte anche del suo pensiero. Perché Acerbi e De Vrij sono colonne doriche intercambiabili e Darmian, come il nebbiolo, non delude mai. Perché nel destro di Calhanoglu c’è un cervello di scorta e Mkhitaryan corre e pensa. Pavard, il cugino intellettuale di Obelix, e Frattesi felice, felicissimo se mostra le natiche.” Della società riconosce i meriti, quelli di Zhang dell’essere un presidente straniero vincente e di Marotta esalta la sua infallibilità.

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C’è spazio per parlare anche degli ex nerazzurri, di coloro che hanno fatto parte del diciannovesimo trionfo nazionale e che poi, ciascuno a suo modo, hanno lasciato Milan. Si parte da Lukaku, di cui Severgnini dice essere ‘solo un discorso sbiadito‘. “Onana, Skriniar, Brozovic e Dzeko erano bravi, non indispensabili. Perché ad Antonio Conte siamo grati, mentre a Simone Inzaghi vogliamo bene.

Perché San Siro era sempre pieno e perché i cugini del Milan sono fermi a 19. Perché due stelle nel cielo nerazzurro stanno proprio bene”, così conclude Severgnini la sua Fotosintesi.

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