Un 2023 dai tratti irripetibili si conclude a Marassi lasciando all'Inter e ai suoi tifosi un po' di amaro in bocca per il pareggio ottenuto. Il tabellone dice 1-1 e certo non può far piacere a questo gruppo che si era abituato a ritirarsi dal campo sempre con il bottino pieno, ma è un punto prezioso per la corsa scudetto su un terreno in cui perdere non sarebbe stata certo un'ipotesi remota. Il risultato di Genoa-Inter è frutto di diverse componenti, primo tra tutti l'atmosfera in cui si è giocata l'ultima gara annuale dell'Inter. Il Marassi è uno stadio caldo, la sua gente spesso il dodicesimo uomo e il campo è da qualche anno un terreno ostile per i nerazzurri. L'Inter non torna dal Ferraris rossoblu con i 3 punti da almeno tre anni e quest'anno le premesse di una gara più complicata del previsto fin dall'inizio erano sotto gli occhi di tutti. Gli uomini di Gilardino hanno dimostrato di saper essere grandi con le grandi, l'unica big in grado di batterli è stato il Milan, Napoli e Juventus hanno pareggiato mentre Roma e Lazio hanno perso. Contro un Genoa così solido e insidioso, che fa della fisicità la sua forza principale, per i tre punti l'Inter sarebbe dovuta essere quell'impeccabile macchina da guerra che ha divertito e reso orgogliosi moltissimi tifosi nerazzurri. Quella di ieri sera però, è stata una squadra poco brillante, probabilmente anche stanca dopo un anno così intenso e ammaccata poiché, se il Genoa aveva liberato l'infermeria in tempo per la gara con la capolista, i nerazzurri a Marassi erano privi di due dei suoi gioielli, Federico Dimarco e Lautaro Martinez.

Lautaro è l'uomo che cambia le sorti dell'Inter

E' stato proprio l'argentino e capitano dell'Inter il pezzo mancante di ieri sera. E non solo perché segna; l'Inter in due gare senza di lui ha dimostrato di poter mandare in porta chiunque e Arnautovic, l'uomo più chiacchierato in casa nerazzurra per le sue prestazioni insufficienti, si è fatto notare con un assist da fuoriclasse contro il Lecce e il gol che al Ferraris ha sbloccato il risultato, segno che l'austriaco ha ritrovato se stesso e la sua qualità sul campo. In serate come quella di ieri sera, la presenza di Lautaro sarebbe stata fondamentale non solo per trascinare i suoi compagni a spingersi oltre la fatica sulla gambe, ma anche perché il 10 è il primo regista offensivo della squadra, l'elemento che riesce a trovare la giocata utile a illuminare la partita. Come se non bastasse, Lautaro è imprescindibile per poter mettere in risalto anche il suo compagno di reparto Thuram, che ieri è sembrato sottotono e fuori dal gioco, mostrando poca sintonia con Arnautovic. Questo non vuole dimostrare che l'Inter sia Lautaro-dipendente anzi, come ribadito sopra Inzaghi ha saputo vincere anche senza il suo pezzo da novanta, ma la notte di Marassi cristallizza nella mente dei tifosi interisti un'ipotesi sempre più certa: la strada verso lo scudetto è illuminata da un faro di nome Lautaro Martinez.
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Alessandro "Spillo" Altobelli