Lo splendido centrocampo nerazzurro. Per scrivere di come l'attuale centrocampo dell'Inter sia arrivato ad essere tra i più forti a livello europeo, bisogna necessariamente tornare alla scorsa stagione e partire dal tremendo infortunio di Marcelo Brozovic, che poi tanto tremendo a ben vedere, non fu. La scorsa annata non rese giustizia al talento del centrocampista croato che si fermò quasi subito, precisamente il 25 settembre a causa di uno stiramento nella partita di Nations League. Con Brozovic fuori il testimone era passato in mano ad Asllani, giunto a Milano a fargli da ombra insieme a Mkhitaryan, arrivato durante l'estate in un mercato mirato ad allargare il reparto del centrocampo visto il finale di stagione 21/22 con Barella e Brozovic scarichi. La situazione della prima porzione di stagione non fu dalla parte dei nerazzurri, anzi nel giro di pochissimo tempo aveva già collezionato pesanti sconfitte con Lazio, Milan e Udinese che sarebbero state poi aggiunte alla quarta contro la Roma. In tutto questo trambusto l'armeno, arrivato come riserva di Calhanoglu scalpitava per entrare e così di lì a poco arrivò la sfida in Champions League contro il Barcellona. L'ex Empoli aveva pochi minuti nella gambe e Simone Inzaghi non voleva sbagliare, difatti la scelta fu: arretrare Calhanoglu, con Barella e Mkhitaryan mezze ali. Quel centrocampo, in quella partita, cambiò tutte le carte in tavola.

Il centrocampo dei sogni

Barella, Chalanoglu, Mkhitaryan centrocampo inter Come ogni giocatore che si rispetti, il trio nerazzurro titolarissimo di centrocampo ha qualità e caratteristiche differenti: Mkhitaryan a 35 anni ha subìto l'opposto di quel che subisce la maggior parte dei calciatori a quell'età, intuisce il giusto spazio da coprire, ha una visione di gioco totale e ha alle sue spalle tantissima esperienza. Calhanoglu è il regista dei sogni, con la palla fa quello che vuole ed è capace di giocare davanti alla difesa, e dietro le mezze ali, gli esterni e gli attaccanti: insomma, un giocatore totale come Barella energico e trascinatore, capace di giocate creative. Questi tre profili insieme creano un gioco perfetto e una fortezza sicura, ma il vero e giusto complimento va a Simone Inzaghi che in quel lontano Inter-Barcellona trovò la giusta intuizione da non lasciare mai più.
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Alessandro "Spillo" Altobelli