Giuseppe Bergomi ha rilasciato un'intervista a Il Giorno dove ha parlato del ventesimo scudetto nerazzurro. Sul percorso che l'Inter poteva o non poteva fare quest'anno se ne sono sentite e lette tante. C'era chi a inizio campionato la classificava come quinta, o addirittura fuori dalla Champions e che poi, subito dopo la vittoria sul Milan nel derby del 16 settembre 2023, ha cambiato nettamente posizione dicendo che i nerazzurri erano obbligati a vincere lo scudetto. Questo anche perché il club meneghino non ha mai nascosto i veri obiettivi stagionali e naturalmente tra questi il ventesimo scudetto era in prima linea. Giuseppe Bergomi, ha commentato il trionfo nerazzurro ripartendo da un concetto molto preciso e fondamentale:  "La squadra ha fatto un percorso eccezionale. Ha vinto lo scudetto con cinque giornate d'anticipo, in casa del Milan. Dicono tutti che l’Inter sia la squadra più forte, ma in estate ha cambiato dodici giocatori e c’è tanto lavoro dietro dopo diverse estati in cui hai fatto un mercato in pari o col segno più. È una cosa che non ho visto riconosciuta a pieno".

Bergomi elogia l'Inter

Dopo la vittoria sul Milan per 2-1 e la conseguente vittoria della seconda stella sono iniziati i doverosi festeggiamenti nerazzurri che continueranno a lungo. Inoltre, Bergomi non dimentica che l'Inter durante tutta la stagione ha ricevuto numerosi attacchi: "Bisogna avere il giusto stile anche nei festeggiamenti. In passato abbiamo visto situazioni non belle. L’Inter quest’anno è stata anche attaccata su più fronti, ma la società è sempre rimasta compatta e si è fatta scivolare tutto addosso". Anche sulle frasi pungenti di essere a 19 + 1 e non a 20 scudetti, Bergomi è deciso: "È una questione da cui non si verrà mai fuori. Viviamo in un mondo in cui c’è molta invidia. La bravura dell’Inter quest’anno è stata quella di andare oltre tutto: le battute sulla “Marotta League“, il caso Acerbi, persino i dubbi sulle modalità d’iscrizione. La società sta in silenzio e lavora". Bergomi chiude l'intervista con un pensiero sul capitano Martinez che quest'anno ha dimostrato di meritare la fascia al braccio: "Vedo in questo ragazzo la serietà, l’attaccamento alla maglia. Gli altri anni, nei momenti in cui non segnava, si intristiva. Stavolta lo vedo giocare per la squadra e lottare su ogni pallone anche nei momenti meno brillanti".
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