Intervistato da GianlucaRossi per il suo canale YouTube, la leggenda interista Beppe Bergomi fa il punto sullo scudetto appena conquistato e analizza la stagione nella sua totalità. Beppe Bergomi è tornato a parlare di Inter e dello scudetto appena conquistato dai ragazzi di Inzaghi e lo ha fatto nel corso di un intervista rilasciata sul canale YouTube "GianlucaRossitv". Il pensiero principale dello "zio" è riconoscere il lavoro che c'è stato fin dall'inizio della stagione per poter arrivare a festeggiare nel miglior modo possibile a maggio. Ma il lavoro, sottolinea lo zio, è partito da agosto, sin dalle prime partite che l'Inter ha giocato in maniera differente rispetto alla precedente stagione.

Bergomi: "Grande lavoro da inizio anno di Inzaghi e della squadra. Lautaro simbolo di questa Inter"

"Ora che l'Inter ha 89 punti e continua a vincere, tutti sono pronti a dire che è la squadra più forte da inizio anno e che il campionato disputato è una naturale conseguenza, ma non è cosi. La scorsa estate hanno lasciato giocatori importantissimi come Onana, Dzeko, Brozovic che erano centrali nell'Inter che è arrivata in finale di Champions. In totale sono cambiati 12 giocatori, non era scontato che quelli nuovi facessero altrettanto bene o addirittura meglio." In merito al lavoro svolto dalla dirigenza e dall'allenatore, Bergomi riconosce a loro grandissimo merito, ripensando da dove si partiva ad inizio stagione. "La dirigenza ha lavorato bene, ha fatto le scelte giuste prendendo giocatori funzionali e con grande attaccamento. Il blocco di italiani serve tanto per le partite di provincia. I giocatori stranieri quando affrontano Milan, Juve e Napoli danno tutto ma se devono andare a giocare a Empoli o Frosinone, non sempre capiscono il peso di queste trasferte, mentre gli italiani si. La scorsa stagione l'Inter ha subito ben 12 sconfitte, era da qui che si partiva ad agosto. Non date retta a chi diceva che era tutto scontato per la forza dell'Inter. Uno dei primi segnali che quest'anno la storia poteva essere diversa sono le vittorie contro Monza e Fiorentina: du vittorie convincenti che solo pochi mesi prima equivalevano all'ennesima sconfitta. La prima prova di maturità sicuramente il derby dove vinci 5-1 e dai una spallata forte al Milan. Il secondo momento lo individuo nella sfida a Torino contro la Juve: pensa se i bianconeri avessero vinto quella sfida che invece l'Inter è stata brava a riprendere subito. Un terzo momento cruciale è la sfida dell'Olimpico contro la Roma, dove sei sotto all'intervallo e nel secondo tempo dai una vera prova di forza e un chiaro segnale al campionato".  Sul sentimento e sulla simbiosi che si è creata tra tifosi e squadra, Bergomi elogia il comportamento di capitan Lautaro che, a detta sua, è il vero simbolo di questa Inter. "Si è creato un grande senso di appartenenza con i tifosi, lo stadio è sempre stato pieno in tutta la stagione. Fatemi dire una cosa a cui tengo: Lautaro è il simbolo di questa squadra. In un momento dove non riesce a trovare il gol, si mostra leader: lavora duramente per la squadra. Si comporta da capitano vero, ha capito che si può essere utili alla causa anche nei momenti in cui non segni, qualità che hanno i veri leader. Lo metto sopra a tutti". Sul ruolo e sull'importanza che Marotta ha ormai sviluppato all'interno dell'Inter, tanto da sembrare quasi lui il Presidente, Bergomi elogia la dirigenza e sottolinea che l'Inter si trova già all'interno di un ciclo vincente e la bravura dovrà essere di continuare questo ciclo. "Marotta ha deleghe totali e di fatto rappresenta la società in tutte le sedi istituzionali. Mi piace sottolineare lo stile e l'eleganza della società in un mondo di tanto livore. Sono stati attaccati tutto l'anno ma hanno sempre mantenuto grande tranquillità. Una qualità che anche mister Inzaghi ha imparato, crescendo di molto nella comunicazione. Tutto questo ha portato a un ciclo di vittorie, che in 4 anni ha portato a due scudetti, cinque coppe e due finali europee. Per questo dico che siamo già dentro un ciclo e che per starci non basta solo vincere ma restare sempre ad alto livello. Ed è quello che l'Inter deve fare. In vista della prossima stagione, l'Inter è ora data per favorita anche vedendo le condizioni delle rivali. Ma ad agosto si riparte a pari punti e le distanze di questo campionato si azzereranno. "L'Inter ha preso un leggero vantaggio, ma non è comparabile a quello della Juve dei 9 scudetti. In quegli anni società come Milan e Inter erano in grande difficoltà e la Juventus aveva un potere di spesa che l'Inter non ha. Sbagliato fare ora pronostici, basti guardare il Napoli post scudetto come ha performato quest'anno. Se vuoi riconfermarti devi avere la stessa fame di vittoria, la stessa determinazione. Vedremo la rosa completa come sarà, poi sei l'inter e te la giochi. I due acquisiti già fatti (Taremi e Zielinski, ndr) sono interessanti".  In una stagione storica come questa, sono stati fatti spesso dei paragoni con le Inter del passato, cercando di stilare una sorta di classifica inerente alla bellezza del gioco proposto, facendo dei paragoni con l?inter di Mancini nella stagione 2006-2007 che raggiunse i 97 punti e con l'Inter dei record di Trapattoni del 1988-1989, di cui Bergomi era simbolo. "Difficile fare paragoni, il calcio è cambiato molto ed ognuno è figlio del proprio tempo. Questo scudetto mi ha dato tanta gioia perché è stato vinto nella partita contro la rivale, come noi riuscimmo a fare contro il Napoli di Maradona. In più con questa vittoria sono arrivate le due stelle. Un percorso record, come lo scudetto della mia Inter. Quest'anno l'Inter ha vinto portando avanti un gioco propositivo."
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