Dimarco è l'uomo in più dell'Inter di Inzaghi. Se qualcuno avesse letto questa frase appena due anni fa, nessuno ci avrebbe creduto eppure questa stagione è la conferma che Federico Dimarco non è solo l'essenza del cuore nerazzurro ma anche una pedina fondamentale nella scacchiera di Simone Inzaghi. Ci sono state molte sorprese in questi tre anni, Inzaghi ha la bellissima caratteristica di far crescere molto il materiale che ha a disposizione. Ci sono davvero un sacco di giocatori che hanno cambiato ruolo e che hanno trovato loro stessi e la loro vera forza. Alcune prestazioni sono sotto gli occhi di tutti, Calhanoglu in quel ruolo da regista è un po' una creazione del mister nerazzurro. Ci vuole pazienza e tempo, ma le prestazioni che vengono fuori da alcuni giocatori sono davvero sorprendenti. Sugli esterni l'allenatore piacentino è un vero maestro, il suo modulo e il suo stile di gioco esaltano le caratteristiche di questo ruolo. Lo stesso Antonio Conte, rese Perisic quasi terzino in una partita contro la Lazio di Inzaghi in cui Lazzari era una vera spina nel fianco e che era nel suo massimo rendimento in carriera. Lo stesso Ivan Perisic ha avuto il suo anno migliore, grazie a mister Inzaghi diventando anche una chioccia per il neoarrivato Dimarco.

Dimarco l'uomo in più dell'Inter

Federico Dimarco era arrivato a Milano dopo una grandissima stagione a Verona. Sotto la guida di Juric aveva trovato fiducia e affinato la sua tecnica e il suo piede. Le prime partite e gran parte della prima stagione con l'Inter, Inzaghi lo vedeva di più come un braccetto difensivo di sinistra, con l'addio di Perisic, il mister ha dovuto lavorare con quello che aveva e da lì è iniziata l'ascesa di "Dimash". Dimarco da esterno sinistro in un 3-5-2 trova la sua dimensione e diventa un giocatore fondamentale per gli schemi e la tattica nerazzurra. In poco tempo non si prende solo la fascia sinistra ma anche la grinta, l'agonismo e l'amore di tutti i tifosi dell'Inter. Diventa così un simbolo di questi ultimi anni, con prestazioni sempre di altissimo livello. Un sinistro micidiale, che regala spesso degli importanti assist e dei gol davvero bellissimi. Dimarco si esalta nelle partite importanti, spesso protagonista, giocatore che si adatta a qualsiasi tipo di attaccante ma che diventa sempre più forte quando la squadra schiaccia l'avversario con continue e pericolose ripartenze. Lui è un po' l'esterno che rappresenta l'essenza di gioco di Inzaghi. Molto offensivo, propositivo, di grande corsa che deve garantire le due fasi di gioco. Un ruolo super impegnativo e dispendioso in cui serve tanto fiato e anche tanto cuore e impegno. Non ha un grande dribbling o una grande velocità, eppure manda sempre fuori tempo le difese avversarie e i suoi assist, come quello visto a Monza per Lautaro Martinez sono una garanzia. Dimarco è davvero l'uomo in più dell'Inter di Inzaghi, perché crea spesso superiorità numerica nella zona di attacco. Il suo sinistro offre diverse possibilità e insieme a Calhanoglu ha forse il piede più preciso da fuori area di tutta la rosa nerazzurra.

Le statistiche di Federico Dimarco

Quest'anno con l'Inter sta facendo una stagione fino a qui eccellente. La sua assenza si è fatta sentire e abbinata a quella del capitano Lautaro è stata davvero penalizzante per i nerazzurri. Uno spirito da trascinatore, simbolo delle vittorie dei derby di Champions League dell'anno scorso e per poco anche eroe della finale contro il Manchester City. Fino a qui ha giocato 1,415 minuti in tutte le competizioni. In serie A ha collezionato 3 gol e 5 assist e moltissime occasioni da gol, partecipando a praticamente tutte le azioni offensive della squadra. Ha spesso la possibilità di riposare, grazie al valore e al talento di Carlos Augusto e questo gli permette di rendere al meglio durante le partite e di fare parecchie incursioni sulla fascia sinistra. Dimarco ha molta grinta, poca paura e tanta sicurezza che gli permettono di essere molto più pericoloso e propositivo rispetto ai suoi compagni di reparto. Un giocatore delle giovanili, nato e cresciuto a Milano, simbolo ormai di questa squadra che aiuta ogni partita a suon di gol e di assist. Per carattere e prestazioni è uno degli uomini chiave di Inzaghi e quando è assente, qualcosa in campo cambia. Non sarà mai considerato un fenomeno, perché non ne ha le caratteristiche, eppure negli ultimi anni sta stupendo tutti, si sta prendendo i suoi spazi ed è diventato uno degli esterni più forti della serie A e d'Europa. Verrà sempre sottovalutato, perché è italiano, perché delle volte non sembra avere la classe dei grandi campioni, ma forse è meglio così, meglio fare parlare i numeri, le prestazioni e fare altri gol meravigliosi come quello visto contro il Frosinone.
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Alessandro "Spillo" Altobelli