La storia dell’Inter è costellata da grandissimi campioni, molti dei quali si sono affermati proprio con la maglia nerazzurra. Altri campioni invece, hanno scelto di vestire i colori della Beneamata poco prima di imboccare il viale del tramonto. Luis Figo è stato uno dei più grandi campioni ad aver indossato la maglia dell’Inter, scrivendo pagine importanti della storia nerazzurra nonostante un’età non più rosea. Luis Figo è stato uno dei migliori interpreti nel ruolo di ala offensiva a cavallo fra gli anni ‘90 e 2000, abbinando grandi doti tecnico - balistiche, ad un incredibile atletismo che lo portava a sfrecciare lungo la fascia per tutta la gara, risultando spesso e volentieri imprendibile. Il suo nome si associa immediatamente al più incredibile - e inquietante - caso di mercato della storia: il suo passaggio dal Barcellona al Real Madrid dei Galacticos lasciò enormi strascichi, oltre ad un mai superato odio dal fronte catalano. Nell’estate 2005 Massimo Moratti scelse di fare la spesa al Bernabeu acquistando Samuel, Solari e proprio Figo, considerato ormai un calciatore non più degno di vestire la maglia dei Blancos. Nelle quattro stagioni con l’Inter l’esterno portoghese si distinse per professionalità e classe innata, andando a colmare alcuni limiti fisici che ne minarono spesso le prestazioni. Il suo acquisto venne ben accolto dalla piazza che non mancò mai di far sentire tutto il suo amore verso il portoghese, il quale ricambiò l’affetto con prestazioni ben oltre le aspettative. Un rapporto non proprio idilliaco con Mancini convinse Luis Figo ad abbandonare la causa nerazzurra al termine della stagione 2006/2007: per lui si parlò di visite già effettuate con Al Ittihad, club saudita. Il portoghese non aveva ancora fatto i conti con il tifo nerazzurro e l’incontrollabile amore verso i suoi giocatori. Nella passerella dell’ultima giornata contro il Torino, Mariano Gonzalez si avvicinò al dischetto del rigore per provare a realizzare il suo primo gol in campionato. Poco prima del fischio però, gli 80 mila di San Siro intonarono il coro “FIGO, FIGO, FIGO, FIGO” convincendo il giocatore argentino a lasciare la sfera all’esterno portoghese che poi realizzò il gol del definitivo 3 a 0. Questo episodio fu la svolta che convinse, anzi costrinse Luis Figo a proseguire la sua avventura. Nei successivi due anni di militanza nerazzurra subì alcuni infortuni che lo costrinsero spesso al ruolo di rincalzo. Bisogna tuttavia sottolineare l’incredibile entusiasmo che manifestò Mourinho nel poter allenare il campione portoghese, vivendo quest’occasione come una straordinaria opportunità professionale: non tutti gli allenatori hanno la possibilità di allenare un pallone d’oro. Luis Figo regalò al pubblico di San Siro lampi di classe e giocate sublimi, ma il suo grande merito fu soprattutto quello di aver alzato l’asticella delle aspettative e delle prestazioni complessive dell’Inter, portando il club ad una progressiva e stabile dimensione europea. Classe, esperienza, professionalità e carisma: con Figo l’Inter non aveva trovato solo un calciatore, aveva trovato un vero e proprio tesoro. Il tifoso nerazzurro non potrà mai dimenticare il momento in cui Luis Figo abbandonò il terreno di gioco per l’ultima volta. Il tifoso nerazzurro non potrà mai dimenticare quel rigore contro il Torino. Il tifoso nerazzurro non potrà mai dimenticare gli innumerevoli equivoci dettati dal suo cognome. Il tifoso nerazzurro non potrà mai dimenticare il soprannome affibbiatogli da Scarpini: Paso Doble! Luis Figo 140 volte nerazzurro, per sempre nerazzurro.
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Alessandro "Spillo" Altobelli