Una saga infinita quella dello stadio Giuseppe Meazza a San Siro, da anni sottoposto a vari studi di fattibilità e valutazioni sia di ristrutturazione sia di demolizione per fare spazio a un impianto moderno. Era proprio quest'ultima via quella preferita dalle due società milanesi Inter e Milan, ovvero l'abbattimento del vecchio stadio per fare spazio a pochi metri di distanza alla nascita del "nuovo San Siro", pensato inizialmente con you you u na capienza di 60 mila posti. Il progetto è però naufragato dal momento in cui la sovrintendenza ha imposto un vincolo storico che riguarda le rampe esterne che nel 2025 compiranno 70 anni dalla loro costruzione e per questo motivo diventerà impossibile demolire lo stadio in quanto patrimonio storico. La riposta dei due club milanesi non si è fatta attendere: se non sarà possibile costruire un nuovo stadio nella zona di San Siro restando così nella città allora si andrà verso la costruzione di due impianti entrambi da 70 mila posti che possano rappresentare le proprie e vere case di ciascuna squadra, con il progetto dei creare una zona commerciale attiva tutto l'anno e anche durante la settimana quando non ci sono partite, grazie alla costruzione di hotel, negozi, ristoranti e musei che trasformerebbero l'esperienza di partita come la intendiamo noi attualmente. Le nuove aree di sviluppo individuate dalle due società si trovano nella periferia sud della città, con il Milan che ha da pochi gironi acquistato il terreno a San Donato e con l'inter che ha un'esclusiva fino ad Aprile 2024 su un terreno nella zona di Rozzano, vicina al Forum.

Possibile ristrutturazione a San Siro?

Dall'altra parte della vicenda c'è il comune di Milano e il sindaco Giuseppe Sala che, probabilmente resosi conto di aver tirato troppo a lungo la corda con le due società, ora si chiede quale futuro aspetta non solo lo stadio ma anche la zona San Siro che senza glie venti calcistici vede anche la riqualifica del quartiere a rischio. Perché in fin dei conti, restare a San Siro potrebbe portare beneficio a entrambe le parti: le squadre sarebbero potute rimanere nel quartiere che hanno contribuito a rendere storico, mentre il quartiere stesso avrebbe beneficiato di una riqualifica che avrebbe rivalutato al rialzo il valore immobiliare e  paesaggistico dell'intera area, attualmente abbastanza mal messa. Allo stato attuale però, il comune sta vagliando delle ipotesi di utilizzo dell'impianto a prescindere dalle due società, con la possibilità di ospitare più concerti, festival, eventi benefici e partite di rilievo della nazionale. A tutto questo va aggiunto anche il progetto presentato a fine gennaio di una ristrutturazione dello stadio, con l'aggiunta di un quarto anello che andrebbe a fungere da "galleria" dove saranno presenti ristornati di lusso, servizi di alta qualità, negozi e attività di svago. Il prezzo di questo progetto targato studio Arco Associati ammonta a 300 milioni di euro, una cifra che però viene ritenuta molto ottimistica se confrontata con le spese di ristrutturazione di altri stadi, a partire dal Bernabeu a Madrid. Il vero punto di forza della proposta è però data dalla possibilità di "spezzare" i lavori, rendendo così possibile giocare all'interno dello stadio mentre i lavori proseguono, limitando semplicemente la capienza disponibile. La proposta è un chiaro segnale all'Inter più che al Milan, essendo la società rossonera più avanti nei discorsi con San Donato. La posizione dell'Inter rimane quella di privilegiare la soluzione di Rozzano, tenendo comunque sott'occhio l'evoluzione della vicenda che riguarda San Siro.
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Alessandro "Spillo" Altobelli