La vittoria arrivata ieri contro l'Hellas Verona è una di quelle partite che resteranno nella memoria collettiva di molti, lato inter per la gioia di aver portato a casa tre punti fondamentali per mettere pressione alla Juventus che scende stasera in campo a Salerno, lato avversari perché questa partita ha mostrato una forza che pensavano di possedere in esclusiva: la volontà e la cattiveria di crederci fino all'ultimo minuto. Una partita da vera Pazza Inter, termine iconico affiliato ai nerazzurri per la capacità innata di offrire prestazioni al cardiopalma, con mille episodi da rivedere, e spesso un'incapacità nel tenere in mano il risultato senza soffrire. Con l'arrivo di Marotta in dirigenza si è cercato di abbandonare questo termine  favore di un'immagine di squadra più solida e matura. Così è stato in parte poiché l'Inter ha vinto uno Scudetto, collezionato coppe nazionali e raggiunto la finale di Champions, tutti traguardi degni di una squadra matura e consapevole. Tuttavia questa indole torna a prevalere ciclicamente, regalando partite come quella di ieri. Inter - Verona è stata anche la partita del rientro di Lautaro e del suo ritorno al gol, dimostrando ancora una volta come sia lui il top player non solo dell'Inter ma probabilmente dell'intero campionato di Serie A. Proprio per questo strapotere tecnico e di leadership dell'argentino, difficile da trovare in altri attaccanti, non ci si può aspettare che le riserve possano essere al suo livello o a quello di Thuram, ieri autore di una prestazione sontuosa, ma nemmeno si può rimanere soddisfatti di ricevere indietro così poco in termini di contributo alla squadra da parte dei due attaccanti subentrati, Arnautovic e Sanchez.

Intervento sul mercato?

La Gazzetta dello Sport analizza le prestazioni dei due attaccanti di riserva, sottolineando la necessità di un intervento se davvero si vuole puntare allo Scudetto e a disputare un'altra ottima Champions League. Per quanto riguarda Arnautovic, i segnali positivi di Genova si vanificano davanti a un'ennesima prestazione sottotono dell'attaccante austriaco, che appena entrato va a contrasto con un difesa sore del Verona, perdendolo, e facendo partire l'azione del gol veronese. Vero che altri arbitri avrebbero potuto fischiare fallo sin da subito, ma l'entrata in campo non ha convinto sotto molti aspetti. Il resto della sua partita poi è condita da errori tecnici banali, falli ingenui che spezzavano il gioco a favore degli avversari e due incredibili occasioni mancate sottoposta, la seconda più netta della prima. Inutile inferire sui giudizi, si vede che il giocatore non è sereno e che la prestazione di Genova forse non è ripetibile a San Siro in questo momento, per una questione di critiche e di pressioni difficili da reggere. Per questo motivo, la problematica attaccanti si è subito riaperta al triplice fischio finale. Anche perché il quarto attaccante, Alexis Sanchez, entrato insieme a Frattesi al minuto 80 continua a fornire pochissime garanzie, pur fornendo ottimi palloni dentro l'ara di rigore nell'assalto finale. Su Sanchez il discorso è diverso, arrivato a parametro zero all'ultimo momento si sapeva cosa aspettarsi dal cileno: qualità nell'ultimo passaggio e sopratutto mentalità vincente squisita nel corso della sua straordinaria carriera. Qui sorge un ulteriore punto di riflessione: data la sua qualità nei piedi e la sua ormai limitata freschezza quando chiamato a giocare in attacco, la sua posizione ideale in questi ultimi anni di carriera, se vuole davvero rimanere ad alti livelli in Europa, potrebbe proprio essere quella di trequartista dietro le due punte principali Lautaro e Thuram. Perché questo si realizzi serve anche cambiare modulo, magari quando ci si trova in situazioni dove serve recuperare il risultato, come nella partita di ieri. Questa analisi desolante sul reparto offensivo di riserva della capolista sembra suggerire la necessità di un intervento sul mercato a Gennaio, specie se l'obiettivo dichiarato è quello di giocare più partite possibile, come ricorda spesso Mister Inzaghi. Tuttavia, senza la partenza di uno dei due attaccanti, non sarà possibile intervenire per due motivi: il budget di mercato è finito e sarebbe necessario liberarsi a prescindere di uno dei due ingaggi. Su Sanchez, ci sono stati interessamenti da parte di squadre saudite ma al momento El Nino non ha intenzione di lasciare Milano, dove vuole vincere ancor e competere ad alti livelli. La seconda condizione perché si possa intervenire, lo ricorda la Gazzetta dello Sport, è trovare un attaccante a parametro zero o in prestito, condizione che a inizio mercato ancora non si è verificata. Ora sembra quindi impossibile vedere riformato il reparto offensivo, ma spesso i botti di mercato arrivano sul finale, quando le trattative si trasformano in occasioni, parola spesso ripetuta dalla dirigenza interista. La rosea conclude come non si possa escludere del tutto la possibilità che arrivi un attaccante.
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Alessandro "Spillo" Altobelli