La partita contro il Verona, nell'ultimo turno di campionato, ha evidenziato, se ancora qualcuno non lo avesse realmente percepito, quello che ad oggi è il vero punto di forza dell'Inter di quest'anno. Non tanto la rosa, che comunque ha degli elementi di assoluto valore in reparti invidiati ed invidiabili, nè tanto meno lo staff tecnico, pur capace di portare a Milano sponda nerazzurra 4 trofei negli ultimi 2 anni. Il vero punto di forza è il gruppo. E la dimostrazione ci viene data, giorno dopo giorno e partita dopo partita, da tante piccole cose, come quel gesto di altruismo di Nicolò Barella nel finale di partita quando, in una ripartenza al 97' di gioco, con la porta completamente sguarnita e il risultato sul 2 a 1 per la squadra di Inzaghi, ha scelto di passare il pallone al compagno sulla sua sinistra, ovvero Alexis Sanche. Scelta che non si è rivelata ideale visto che l'attaccante nerazzurro non è riuscito a mettere il pallone in rete a causa del recupero del giocatore scaligero. Fortunatamente, l'errore non ha inciso sul risultato perchè anche se i nerazzurri avessero segnato in quella occasione, l'arbitro avrebbe annullato tutto per il rigore poi concesso al Verona dopo consulto al VAR. Molti, però, nel momento del passaggio di Barella a Sanchez si sono chiesti il motivo di quell'eccesso di altruismo. Di fatto il centrocampista italiano avrebbe potuto appoggiare il pallone in rete. Barella ha spiegato a compagni e tecnico che quella scelta era stata dettata dalla volontà di far segnare il primo gol in questo campionato al compagno cileno. Una scelta che ha di fatto aumentato questo senso di unione all'interno dello spogliatoio nerazzurro dove, è abbastanza chiaro, tutti scelgono il bene comune a quello individuale. E quell'abbraccio a fine gara, in mezzo al campo, tra giocatori e staff ha rafforzato ancora di più questo concetto: in casa Inter non esiste l'"io", ma solo il "noi".

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Alessandro "Spillo" Altobelli